IL TEATRO DEL TRIONFO - Cartoceto (PU)
Premessa
"Dedichiamo un intero post ad un piccolo Borgo Marchigiano nella speranza che tutti i lavori da eseguire vengano velocemente realizzati
Ricordiamo che 2 anni fa Cartoceto ha subito gravi danni che devono ancora essere sistemati.
Un’altra situazione in cui vincoli e labirinti
burocratici, ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale, patto di stabilità,
esiguità delle risorse, stanno impedendo l’inizio dei lavori di ricostruzione
della cinta muraria, a due anni dal primo crollo causato da intensi fenomeni alluvionali.
Da troppo tempo ormai la comunità tutta e le stesse istituzioni territoriali si sentono schiavi di una condizione che per motivazioni di diversa natura come nel capoluogo ligure hanno già portato all’evacuazione di civili abitazioni, ed impotenti dinnanzi ad un incontrollabile ammaloramento del quadro che di qui a breve potrebbe determinare l’intero crollo delle mura urbiche, provocando il cedimento del borgo medievale."
Da troppo tempo ormai la comunità tutta e le stesse istituzioni territoriali si sentono schiavi di una condizione che per motivazioni di diversa natura come nel capoluogo ligure hanno già portato all’evacuazione di civili abitazioni, ed impotenti dinnanzi ad un incontrollabile ammaloramento del quadro che di qui a breve potrebbe determinare l’intero crollo delle mura urbiche, provocando il cedimento del borgo medievale."
Lo Staff di The Marche Experience è vicino a Cartoceto
Immagini e Testo Forniti da Romina Scarlatti
TEATRO DEL TRIONFO - Cartoceto (PU)
Sullo spiazzo della "Turchia" nel centro storico
di Cartoceto, cui si accede da Piazza Garibaldi attraverso una stradina, si
eleva il Teatro denominato "del Trionfo". Costruito nella prima metà
del XVIII sec. per volontà dei notabili del luogo non fu, inizialmente, molto
apprezzato dalla popolazione perché la sua edificazione avvenne a discapito di
un preesistente e attivo anche se un po' malandato, mulino ad olio.
Quello attuale risale al 1801 e tra i teatri della Provincia
è il terzo per antichità dopo quello di Pergola e di Mondavio. Rimase attivo
fino agli anni '60. Vi si davano rappresentazioni drammatiche, farse, operette,
veglioni sempre con grande successo e folta partecipazione. Vi si esibì non
solo la locale Filodrammatica, ma anche importanti compagnie teatrali note in
campo nazionale.
Oggi è parzialmente ristrutturato, ma ancora non agibile; la
facciata mostra i segni dei vari interventi succedutesi nel tempo. Nel
complesso il teatro presenta una struttura armonica e raccolta e attende di
tornare agli antichi splendori insieme al pregevolissimo sipario di Romolo
Liverani, che rappresenta pittoriche vedute del paesaggio cartocetano; sarebbe
una ben grave perdita se fosse lasciato deteriorarsi ancora.
Il teatro presenta tre ordini di palchi in legno, con al
centro quello destinato alle autorità e recante uno stemma ancora ben visibile,
tutti numerati e tutti in legno come pure lo sono gli altri elementi dell'ampio
e profondo palcoscenico. La qualcosa fu motivo di continua preoccupazione a tal
punto che erano sempre a disposizione mastelli di acqua in caso di incendio. Il
teatro era chiamato "condominiale" perché i palchi, in numero di 37,
costruiti dalle famiglie benestanti del luogo, venivano annualmente assegnati
per sorteggio tra quanti ne facevano richiesta e questi, tramite atto notarile,
ne vendevano metà. Può ospitare circa 150 spettatori. Per un settantennio vi
furono rappresentate opere in musica e soprattutto commedie durante il
carnevale, con l’obbligo di "tenere in ordine un mastello con acqua"
contro i pericoli d’incendio.
Così come appare oggi, in condizioni di inagibilità e
avanzato degrado, fu ricostruito nel 1801, ma non si conosce il nome di chi ne
fornì il disegno. All'esterno l'ingresso presenta un portale in cotto sagomato
con lunetta in ferro battuto, affiancato da due finestrotti circolari; tutto il
resto, a mattone nudo, privo di qualsiasi elemento decorativo.All’interno,
salendo una scala, si raggiunge la piccola sala che dispone di tre ordini di
palchi (37 in totale di cui 11 al primo ordine e 13 al secondo e terzo) le cui
pareti divisorie e solai sono stati recentemente rimossi in attesa di poter
procedere al restauro dell’intera struttura. I parapetti, leggermente
aggettanti rispetto ai pilastrini divisori, sono a fascia, decorati con
riquadri dipinti, aventi al centro semplici ornamentazioni a nastri e volute
così come il soffitto; la pianta a ferro di cavallo, delimitata ai lati del
boccascena da due larghe fasce verticali con finte scanalature dipinte.
Più che adeguate alle raccolte dimensioni della sala
sono quelle del palcoscenico che dispone ancora del corredo scenico dipinto dal
senigalliese Giulio Marvardi nella seconda metà del secolo scorso.
Contemporaneo o anteriore di qualche anno dovrebbe essere il
bel sipario in cui il noto scenografo faentino Romolo Liverani ha effigiato un
suggestivo paesaggio agreste, allietato su un lato da un tempietto classico con
pronao tetrastilo corinzio abbellito da statue e sullo sfondo da una parziale
veduta di Cartoceto.
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