Marche Di Wine - di Enzo Torelli - 2
Foto e Immagini © Enzo Torelli / The Marche Experience
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Marche DiWine
Viaggio alla scoperta della viticoltura Marchigiana.
A Cura di Enzo Torelli
Conero, dal Greco Kòmaros,
corbezzolo.
E' questa l'ipotesi più
accreditata sull'etimologia del termine. Infatti sul Monte Conero, detto
appunto
monte dei corbezzoli, cresce
rigogliosamente questo albero che produce piccoli e golosi frutti rossi.
Il promontorio del Conero è un
Paradiso naturale che prende il nome dall'omonimo monte, alto 572 metri slm, ed
è l'unico tratto di costa rocciosa calcarea a picco sul mare lungo tutta la
costa adriatica da Trieste al Gargano.
Un'area talmente bella e preziosa
dal punto di vista naturalistico, che negli anni '80 si decise di istituire il
Parco Regionale del Conero per la sua salvaguardia e valorizzazione.
E' proprio qui che il
Montepulciano ha trovato le condizioni ideali per esprimersi al meglio
regalandoci dei vini unici.
Piuttosto singolare il fatto che
a ridosso del mare si coltivi quasi esclusivamente quest'uva a bacca rossa
mentre spostandoci verso l'interno troviamo il bianco per eccellenza, Il
Verdicchio. Un paradosso spiegato in parte dalle caratteristiche di
adattabilità di due vitigni 'esigenti', ed in parte anche dalla leggenda. Si
narra infatti che i pescatori un tempo rimanessero in mare anche per più giorni
e quindi avessero bisogno di un vino che desse loro forza e che si conservasse
bene.
Per questa ragione si preferiva
coltivare il Montepulciano che tra l'altro produceva anche ottime rese.
Ma le origini storiche della
coltivazione della vite nella zona del Conero sono in realtà molto antiche,
infatti i Greci Siracusani, che fondarono la città di Ancona nel 387 a.c.,
lasciarono evidenti tracce di viticoltura ed in quel periodo avviarono fiorenti
traffici con la Grecia.
Quindi all'arrivo dei Romani nel
268 a.c. la viticoltura era già fiorente e lo stesso Plinio il Vecchio loda i
vini di Ancona, infatti afferma che "sul mare Adriatico si può citare, fra
gli altri, il vino “Pretoriano” prodotto nella zona di Ancona”.
Anche il geografo e storico greco
Strabone li definisce eccellenti e vellutati, e ancora, Apicio Marco Gavio,
personaggio romano di arte culinaria, ricorda un vino “anconetanum”, rosso e
piuttosto corposo.
Dicevamo del Montepulciano
appunto, vitigno italico a bacca nera, un tempo confuso con il Sangiovese
grosso della Toscana, ma che presenta invece una sua precisa identità ed è noto
anche con il sinonimo di 'Cordisco'. E' molto diffuso in Abruzzo e in parte
delle Marche, soprattutto nella provincia di Ascoli Piceno e nella zona del
Conero appunto.
Predilige ambienti caldi e
asciutti ed esposizioni soleggiate,come offre il territorio delimitato, per
garantire una buona e regolare maturazione dell’uva.
Viene allevato prevalentemente a
Guyot, preferibile al cordone speronato per gestirne meglio la vigoria.
Inoltre, germoglia tardivamente e ciò consente ad esso di sfuggire ai danni che
le gelate primaverili possono arrecare alla vite.
L’insieme delle caratteristiche
varietali e le condizioni pedoclimatiche consentono a quest’area vitata,
protetta dai venti freddi provenienti da nord e dallo stesso Conero, mt 572
s.l.m., di produrre uve sane, mature e di alto contenuto zuccherino.
La Doc Rosso Conero risale al
lontano 1967, anno in cui, grazie alla lungimiranza di alcuni produttori, si
iniziò a produrre questo vino.
Negli anni la sua fama è
cresciuta di pari passo alla sua qualità, ormai i produttori e gli enologi, che
hanno imparato a conoscere le esigenze e le qualità di questo grande vitigno,
riescono a trarre da esso il meglio, ben consci che le difficoltà nella
vinificazione di un vitigno sicuramente non semplice, vengono ripagate da un
ottimo prodotto.
Vitigno dotato sicuramente di
grande struttura, ha nell'alta componente tannica una delle sue caratteristiche
principali, così come una forte carica antocianica che si traduce, anche grazie
alle lunghe macerazioni, in un colore rosso rubino profondo ed impenetrabile.
La difficoltà più grande per la
vinificazione sta sicuramente nella gestione dei tannini, presenti in grande
quantità, e che necessitano spesso di affinamento in legno proprio per
levigarne ed 'addolcirne' la caratteristica astringenza. Da disciplinare è
consentito, proprio a tal fine, di 'tagliare' il Montepulciano con una
percentuale non superiore al 15% di Sangiovese, vitigno sicuramente più
morbido, che va ad equilibrare la sua grande tannicità.
Ma sono sempre di più i
produttori, soprattutto dall'importante riconoscimento della Docg Conero
Riserva risalente al 2004, a preferire la vinificazione in purezza del
Montepulciano per esaltarne al massimo le sue caratteristiche.
La Riserva può essere immessa sul
mercato dopo 24 mesi dalla vendemmia, periodo in cui per la maggior parte del
tempo viene lasciato maturare in grandi botti di rovere e/o barrique, poi si passa
all'affinamento in bottiglia, che può durare anche diversi anni.
Parliamo infatti di un vino
abbastanza longevo, che può essere consumato nei primi 2-3 anni o anche più
nella versione Rosso Conero Doc, ma se passiamo alla Docg Conero Riserva, l'invecchiamento
può superare tranquillamente i dieci anni.
Il colore passa dal rosso rubino
con sfumature violacee ad una tendenza al granato, i profumi di frutti rossi
quali amarena e prugna e di fiori come la viola, con l'evoluzione in bottiglia
virano nel tempo verso una frutta sempre più matura, i frutti di bosco, i fiori
appassiti, e si arricchiscono di bellissime note speziate e di tostato date
dall'affinamento in legno, nonché di eleganti note balsamiche.
E' un vino di corpo e con una
grande struttura, in cui la durezza del tannino viene equilibrata da una buona
morbidezza, e la discreta alcolicità viene bilanciata da una spalla acida indispensabile
a sorreggere il vino nel tempo.
Gli abbinamenti migliori sono
sicuramente piatti di carne piuttosto elaborati, meglio se di selvaggina, ma
anche carni rosse grigliate, salumi e formaggi stagionati.
Abbiamo parlato dunque di un
grande vino rosso, perfettamente inserito con i suoi vigneti nel contesto
naturalistico da cui proviene...un motivo in più quindi per visitare il Parco
del Conero e le sue bellezze, una perla delle Marche.
Foto e Immagini © Enzo Torelli / The Marche Experience
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