"Il volto più vero delle Marche"
"Il volto più vero delle Marche, anche se il meno appariscente, è quello di una di una regione di laboriosa e virile solitudine, abitata da gente avvezza a fare i conti con se stessa, a non ammettere niente di grande, niente di straordinario in nessun fatto e in nessun uomo; un popolo, dunque, che la pratica quotidiana del mare e dei campi ha reso taciturno, appartato, schivo alle facili aperture, e tuttavia più incline alla malinconia che alla tristezza, più all'interrogazione che all'angoscia."
(Carlo Antognini, 1971)
"Essere Marchigiani è un destino. Significa stare al mondo in modo tellurico e fantastico al tempo stesso. Aver sempre la necessità di scappare e sempre - sempre - patire la nostalgia ineludibile del ritorno. Significa avere la netta sensazione che la vita si svolga altrove, per poi scoprire che la si è persa in tutto ciò che si è lasciato.
Significa rimanere incommensurabilmente soli in un deserto così somigliante al paradiso da confondere gli angeli nel loro volo."
( Cesare Catà )
(Carlo Antognini, 1971)
"Essere Marchigiani è un destino. Significa stare al mondo in modo tellurico e fantastico al tempo stesso. Aver sempre la necessità di scappare e sempre - sempre - patire la nostalgia ineludibile del ritorno. Significa avere la netta sensazione che la vita si svolga altrove, per poi scoprire che la si è persa in tutto ciò che si è lasciato.
Significa rimanere incommensurabilmente soli in un deserto così somigliante al paradiso da confondere gli angeli nel loro volo."
( Cesare Catà )
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