SUGGESTIONI BAROCCHE A MACERATA
SUGGESTIONI
BAROCCHE A MACERATA
Tipica cittadina
marchigiana dolcemente adagiata sulla sommità del colle, la città di Macerata ancora
oggi mantiene intatta la bellezza del suo centro storico cinto da mura
quattro-cinquecentesche che stoicamente resistono agli attacchi del tempo e di
un fiero e battagliero passato.
Perdendosi
nell’intrico di vie e di piazze si scopre il gusto per il frammento, per l’incompiuto
e per lo spazio dinamico e sensuale della città che, a partire dal XVII secolo,
diventa scena urbana. Dalla via che sale da piazza Mazzini si raggiunge
l’antica piazza Duomo che con la sua suggestiva facciata incompiuta tardo
settecentesca, fa da contrappunto al piccolo gioiello della Basilica della Misericordia
di vanvitelliana memoria. Scrigno prezioso per una salda e sentita fede
popolare, la piccola chiesa della Misericordia schiude le sue porte verso la
meravigliosa policromia marmorea del suo interno dove gli affreschi
settecenteschi declinano verso un gusto tardo barocco che prelude ad un elegante
e sofisticato proto neoclassicismo.
Maschera,
metamorfosi, movimento. L’inquietudine barocca a Macerata si palesa
nell’imponente e scenografica facciata del palazzo Marefoschi che,
sorprendentemente, spezza la sobrietà
degli edifici contigui con le sue balaustre mistilinee, i suoi
mascheroni e i suoi cornicioni aggettanti di pietra bianca in un piacevole e
raffinato gioco dicromatico.
La Macerata tra sei e
settecento è, architettonicamente, un gioco di rimandi e citazioni, di
contrasti tra sobrietà di esterni e ricchezza ridonante di interni dove
l’essere e l’apparire difficilmente coincidono. La selva delle false apparenze
e delle vere illusioni può essere percepita solo da uno sguardo attento e
curioso che, attraverso l’elegante leggerezza delle allegorie di palazzo
Buonaccorsi , conosce la vicenda dei padroni di casa, ne coglie il prestigio e
i fasti e il loro declino. Nella scenografica enfilade del piano nobile c’è
tutta l’intenzione di stupire e meravigliare con un colpo d’occhio d’effetto
che viene ancora di più enfatizzato dalla superfice argentata di uno specchio
che con misurata malizia, dilata gli spazi, disorienta, meraviglia, diverte e nasconde
in un incedere lento verso il fondo, laddove la capricciosa illusione conduce
al maestoso e ricco salone delle feste. Vero tripudio di colori, marmi e
dipinti, la sala delle Eneide, con i suoi miti e le sue divinità, sublima le
virtù dei committenti ritratti nelle vesti di eroi mitologici.
Raggiungendo la
piazza della Libertà il barocco maceratese si palesa attraverso il meraviglioso
Teatro Lauro Rossi, progettato da Antonio Galli da Bibbiena nella seconda metà
del ‘700. La cromìa scelta è quella del celeste polvere che viene definito “il
color dell’aria” e la sua sala è un vero prospetto urbano fatto di
verosimiglianti balconi con finte balaustre. La teatralità della città, con i
suoi spazi e i suoi rituali, improntati ad una certa forma e decoro, vengono traslati
all’interno della sala teatrale sotto un’eterea copertura tardo ottocentesca
che riprende però la tipica decorazione fluente e libera del rococò dalle
sfumature pastello.
Attraversando il seicentesco
corso cittadino si incontra la piccola facciata barocca del palazzo Ossucci per
arrivare all’altro grande ed imponente monumento del tardo barocco maceratese:
La chiesa di San Filippo. Progettata dallo stesso architetto del Palazzo
Buonaccorsi, Giovanbattista Contini, la chiesa di S. Filippo è il tipico
esempio dell’architettura barocca che sceglie soluzioni formali e planimetriche
alquanto originali conferendo alla città stessa prospettive sempre diverse.
All’austera verticalità della sua facciata incompiuta si contrappone un interno
riccamente decorato con finti marmi policromi che danno la sensazione di una
chiesa ancora più grande del reale. La pianta ellittica è la soluzione migliore
per sfruttare al meglio l’irregolarità del terreno e l’angusto spazio posto
alla confluenza delle due strade parallele senza, però, rinunciare alla
grandiosità della costruzione che, attraverso le opere d’arte che custodisce al
suo interno, comunica l’idea di una chiesa trionfante.
Il percorso
maceratese alla scoperta delle sue suggestioni barocche, può infine terminare davanti
al magnifico Palazzo Costa la cui grandiosa facciata spicca sul resto degli
edifici per l’insolito colore della sua pietra bianca scolpita con panoplie
decorative che scandiscono le finestre del prospetto principale.
All’interno uno
scalone monumentale dai tenui colori pastello, conduce al piano nobile un tempo
destinato agli ospiti della famiglia.
Foto di Luca Paciaroni 75
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