Fano ( PU ), città del Carnevale dell' Adriatico
Il Carnevale di Fano è il più antico d' Italia; è una storia d' amore e tradizione che si ripete anno dopo anno fino dal lontano 1347. E' infatti di quell' anno un documento, conservato nell' Archivio storico del Comune che ne attesta la prima realtà storica. La tradizione racconta che tutto nacque dai festeggiamenti per ricordare l' avvenuta riconciliazione tra i Del Cassero e i Da' Carignano, due importanti famiglie di allora.
Nelle edizioni moderne spesso il Carnevale di Fano è gemellato con altre manifestazioni simili ed ospita rappresentanti degli altri carnevali. In quest' occasione si tratta di Busca ( Cuneo ) con il suo Carnevale Antiliese, che precede il carro fanese " Te dag el brudett ".
Dalle antiche edizioni, il Carnevale di Fano ha preso pian piano una sua fisionomia e venne creato, nel 1872, un primo comitato organizzatore che sarebbe, in tempi moderni, diventato l' Ente Carnevalesca con il compito di realizzare il carnevale coinvolgendo istituzioni cittadine, fanesi e turisti. Il Carnevale si caratterizza per la sfilata di giganteschi carri mascherati il cui soggetto, spazia da temi cittadini, politici o sociali trattati con irriverente goliardia, come nel caso di "...Nel paese delle Meraviglie " di Ruben Mariotti, in cui personaggi reali si alternano a quelli fantastici.
A metà del secolo scorso erano usate carrozze trainate da cavalli e la sfilata avveniva per il centro cittadino. Oggigiorno i carri sono giganteschi e ci vuole la forza di robusti trattori per trainarli ed il percorso si è trasferito in Viale Gramsci, più grande e pian piano predisposto a diventare il sambodromo fanese. I carri vengono integrati ed impreziositi da colorate mascherate che vivacizzano la sfilata ed aumentano l' entusiasmo della folla, come questo sfrenato balletto " ecclesiastico " che anticipa il carro " Habemus carnevalem? ( anno domini 0 ) " di Luca Vassilich, con la presenza di Tranquilli Filippo, noto attore comico fanese.
Con il passare del tempo i carri mascherati sono diventati sempre più grossi, con complicati meccanismi per svariati movimenti e per la loro progettazione e realizzazione occorrono il lavoro di abili maestri carristi, con l' aiuto di una numerosa equipe di tecnici, che lavorano per tutto l' inverno. E' impegnativo pure il lavoro per realizzare le colorate mascherate, come questa che anticipa l' arrivo di " Spirito...di carnevale " dell' Associazione " Gommapiuma per caso ".
Ed ecco uno dei giganteschi personaggi del Carnevale classico, quell' Arlecchino che rappresenta un po' il popolo italiano con vizi e virtù e che ha reso famoso il Corso mascherato fanese. La maggior parte delle enormi facce sono realizzate in cartapesta, integrata con gommapiuma, stoffa, legno per tutto il resto del carro. Enorme importanza sono le scatenate musiche, le coreografie dei balletti sul proscenio e gli effetti speciali vari.
Quello della Musica Arabita - " arrabbiata " in fanese - è uno dei carri storici della tradizione fanese fin dal lontano 1923. Si tratta di una stravagante banda che nella loro scatenata musica utilizzano strumenti di tipo domestico: barattoli, caffettiere, tenaglie. tegami ed altri utensili vari, oltre a strumenti più tradizionali. Questa strana banda nasce con l' irriverente intento di sbeffeggiare i salotti buoni dei fanesi importanti nel periodo tra le due guerre.
Lo slogan moderno del carnevale fanese è " Bello da vedere, dolce da gustare " per la caratteristica unica del getto dai giganteschi carri e dalle variopinte gradinate di quintali di dolciumi sulla gente accorsa alla sfilata. Una volta venivano usati ombrelli rovesciati per intercettare la maggior quantità di cioccolate e caramelle; ora vengono utilizzati quasi esclusivamente i Prendi-getto realizzati graficamente da Paolo Del Signore, noto artista fanese.
Tre sono i giri che i carri compiono sul tracciato del sambodromo fanese, tra decine di migliaia di persone assiepate sulle gradinate ed in ogni dove. Il primo giro è di presentazione, poi viene l' attesissimo giro del getto ed infine, sul far della sera, la maestosa e colorata parata della luminaria. Il Pupo, detto " El Vulon " in fanese, rappresenta un soggetto di attualità trattato con la tipica ironia carnevalesca, in questo caso le sue fattezze sono quelle di Massimo Seri, Primo Cittadino fanese nelle vesti di " Re Carnevale alla Fano dei Cesari ".
Il carro della fotografia, rappresenta con il suo titolo " La forza delle maschere ( Viva il Carnevale sempre! ) di Luca Vassilich e Matteo Angherà il pensiero e lo spirito del carnevale fanese. Con il fantasmagorico ultimo giro della luminaria, i carri abbelliti di luci ed effetti speciali, come fumi e lanci di coriandoli, prendono commiato dagli spettatori.
di William Tallevi
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