La Turba - Il racconto di una passione (Trailer HD)
La Turba, rappresentazione del Venerdì Santo, trae
probabilmente origine dai movimenti popolari di invocazione alla pace che,
partendo dall’Umbria, si diffusero intorno alla metà del sec. XIII portati
sulle strade e nelle piazze dalle genti più umili e in condizioni di miseria,
sofferenti ed esauste delle continue lotte tra guelfi e ghibellini. Uomini e
donne di ogni età si riunirono in processioni ed invocando la santa
intercessione della Vergine Maria Madre di Dio, presero a percorrere le strade
d’Italia e d’Europa. Anche Cantiano accolse la “turba” dei penitenti di ogni
età e condizione che, in povertà di abiti o seminudi, nella luce incerta e
tremula delle torce, accompagnati dai canti del “miserere” procedevano nella
sofferenza e nella redenzione, battendosi e flagellandosi, implorando il
perdono, invocando la pace e la fratellanza. Si formò così la compagnia dei
Battuti divenuta, intorno alla metà del XV secolo e per volontà di San
Bernardino da Siena, la Compagnia del Buon Gesù. Questa, al fine di tramandare
la devozione, si rifece nel tempo al supremo esempio di penitenza e sacrificio:
la Passione e Morte del Cristo. Nello sviluppo della processione, che con il
tempo accolse la figura del Cristo insieme a quelle degli attori nel ruolo dei
personaggi, prese corpo la sacra rappresentazione della Passione con la
ripetizione delle ritualità, dei personaggi, dei dialoghi, dell'azione. Nacque
così, nell'ordine immutabile del Gesù e dei Ladroni, dei Sacerdoti e dei
Soldati, la sfilata scenica che ancora oggi, per ricordare le antiche origini,
viene chiamata “Turba”.
La manifestazione, che innesta elementi teatrali di rara
suggestione scenica sull'originaria processione di personaggi in costume,
trasforma l'intero nucleo abitativo storico del paese in un'enorme scena
all'aperto fondendo la ricostruzione scenografica con gli elementi
architettonici ed orografici. Quella che oggi vediamo non è più la stessa che
per tanti secoli i cantianesi videro snodarsi lungo le vie del paese. Il
rinnovamento, certamente originale, risale agli anni che precedettero il
secondo conflitto mondiale ed è proseguito sino a tempi recenti. La parola ha
sostituito la mimica e la recitazione dei passi salienti del Vangelo rende più
immediata la comprensione dei fatti narrati. Immutate sono, comunque, le caratteristiche
popolari delle origini che non si discostano granché dalla tradizione dei
misteri medievali. La sua validità come spettacolo popolare non si può
disconoscere: originariamente destinata ad un pubblico locale la manifestazione
si offre oggi ad una platea assai più vasta. Essa, coordinata nelle azioni dai
membri di una Associazione culturale non lucrativa (Onlus “La Turba”), ha
trovato e trova sostegno morale e materiale nelle persone che offrono il loro
sapere e saper fare consapevoli di dar vita ad un evento importante per la
comunità intera e per quella che, come spettatrice, vi si aggrega vivendo un
peculiare rapporto dinamico tra spettacolo e spettatore che raggiunge una
perfetta articolazione oltre ad un ampio coinvolgimento.
La Turba si svolge nella sola serata del Venerdì Santo con
inizio alle 20:00 ed in qualunque condizione atmosferica.
Quando in Cantiano, cittadina dell'alto Pesarese, l'ombra dei monti si
fa meno cupa, i venti spirano più leggeri e il clima perde l'asprezza
invernale; quando dai "focaroni" accesi l'essenza del ginepro odora la
sera e l'assiolo fa udire il suo richiamo regolare e profondo di tra i
rami appena indorati dei pioppi; quando si fanno turgide e brillano al
sole le gemme degli ippocastani e tutto annuncia l'inizio della
primavera, la gente, obbedendo ad un misterioso richiamo, si scuote, si
cerca, si aduna, discute a lungo e decide: è ora di agire, è tempo di
Turba. (Dante Bianchi)
Dettagli: http://www.laturbacantiano.it/
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