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Escursione ad anello nella Gola del Furlo ( PU ) ( 2 di 2 )

Il percorso proposto è abbastanza faticoso ed impegnativo nel primo terzo con la faticosa ascesa ai bordi nord settentrionali della Gola del Furlo. I dislivelli da affrontare sono importanti, ma permettono di arrivare al punto più panoramico e spettacolare dell' escursione. Oltre che nella gola stessa lo sguardo può spaziare sia alla pianura in direzione del mare, che al tratto tra Acqualagna e gli Appennini all' orizzonte. Il secondo tratto porta l' escursionista al Rifugio del Furlo e quindi alla strada che scende dal Monte Pietralata in direzione della frazione Furlo. Ultimo tratto, il più semplice e suggestivo, è il lento ritorno al punto di partenza addentrandosi nella Gola del Furlo tra le verdi acque del Candigliano e le strapiombanti pareti rocciose.
Tutti e tre i tratti dell' uscita sono quindi molto gratificanti dal punto visivo e permettono una buona comprensione della zona centrale della provincia pesarese. Si impiegano circa quattro o cinque ore, senza contare le soste. Dalla zona panoramica dei belvederi alto e basso, seguendo il sentiero n° 449, si arriva attraverso ad un bel bosco, al Rifugio del Furlo e quindi alla strada tra il Monte Pietralata e la sottostante gola. La strada scende tranquillamente disegnando molti tornanti verso valle. La visione panoramica verso l' alto è dominata dai promontori rocciosi del Furlo, con il diruto profilo di Mussolini e la rocciosa parete verticale del Monte del Ferro. Purtroppo nella vallata, tra strada e gola, una grossa cava dismessa di pietra viene a rovinare la selvaggia bellezza dell' insieme.
L' arrivo a valle e sulla vecchia Flaminia avviene proprio dietro il Centro Visite della Riserva Naturale Gola del Furlo nella frazione Furlo. E' opportuna una breve sosta per avere del materiale informativo sulle bellezze naturali e storiche della gola e la piantina dei sentieri. Nelle sue sale sono esposti pannelli informativi, vari reperti fossili, minerali e animali impagliati presenti nella riserva, oltre ad un esplicativo plastico tridimensionale del territorio protetto. Usciti dal Centro Visite ci si trova di fianco al famoso ristorante dove sostava Mussolini nei suoi passaggi al Furlo. Oltre si entra nella bella golena alberata formata da un' ansa del Fiume Candigliano, prima di entrare nella stretta gola. La diga a valle ha formato un grosso invaso che arriva fino a qui.
Il Parco della Golena del Furlo è una bellissima area verde molto adatta per pic nic e relax turistico; è presente pure un Parco dell' Avventura con scale, corde e passerelle tra gli alberi di varie difficoltà. Lo spazio si presta a manifestazioni varie, comprese quelle organizzare dal Centro Visite della Riserva, che organizza pure uscite escursionistiche ed attività di vario genere. Un percorso pedonale, a fianco della strada, permette la fruizione turistica della gola in tutta tranquillità. Le due lunghe gallerie scavate sotto il Pietralata negli anni 80 hanno permesso di alleggerire il traffico all' interno della gola. La camminata di ritorno tra le fresche acque del Candigliano, le severe pareti montane ed il verde di boschetti ed arbusti viene apprezzata al massimo.
Avendo tempo, poco prima della Gola del Furlo in direzione Acqualagna, è possibile visitare due importanti luoghi di culto, anche loro immersi in placidi spazi verdi. Si tratta dell' Abbazia di S. Vincenzo al Furlo e del Santuario del Pelingo. Il primo luogo di culto è la chiesa in stile romanico dell' VIII secolo, mentre il monastero è scomparso. Fu riedificata nel 1271 dall' Abate Bonaventura; presenta un' unica navata con un' alta tribuna chiusa, con sotto l' antica cripta. Anche il Santuario del Pelingo ha una storia complessa; nacque come una cappella votiva della famiglia Pelingo, divenne oratorio con un' immagine della Vergine Maria. Fu poi consacrata a S. Michele per molti anni. A causa di un terremoto la chiesa venne demolita e ritornò alla luce l' antico dipinto. In seguito a miracolose guarigioni attribuite ad esso venne edificato l' attuale santuario nel 1820. Nei pressi dell' Abbazia di S. Vincenzo è presente una zona archeologica con i resti di un viadotto fatto con grossi blocchi di pietra, con contrafforti di epoca augustea; infatti quest' opera faceva parte delle sostruzioni dell' antica Via Consolare Flaminia.
Procedendo nella lunga e stretta gola scavata dal Fiume Candigliano ci si rende conto dell' enormità delle pareti dei due monti che si confrontano. A concorrere alla sua formazione sono state anche fratture e faglie, che hanno facilitato il lavoro delle acque e, soprattutto, il sollevamento della dorsale appenninica. Il complesso dei monti Pietralata e Paganuccio è formato da calcari di origine sedimentaria, risalenti a molti milioni di anni fa. La gola del Furlo è molto tormentata e scavata dalle acque e dai fenomeni di erosione, dando origine a diverse cavità o grotte. Una delle più grosse e rappresentative presenti è la Grotta del Grano.
Oltre che un' importante Riserva Naturale per i suoi meriti naturali e paesaggistici, la Gola del Furlo è famosissima fin dall' antichità per essere stata un' importante via di comunicazione, dove si sono susseguite molte vicende storiche. Tutto è cominciato nel III secolo a. C. con i Romani che tracciarono la Via Flaminia. Anticamente la denominazione del posto era Saxa Intercisa, Pietra Spaccata, che poi divenne Petra Pertusa , Pietra Forata. L' attuale nome di Furlo deriva dal latino Forulum, Piccolo Foro, in merito alle due gallerie che sono state scavate dai Romani per superare il punto più critico della gola. La zona fu interessata da diverse battaglie tra popoli antichi, prima Goti e Bizantini ed in seguito Longobardi, per il controllo strategico della via e del territorio. Nel medio evo la vecchia Flaminia perse importanza a causa di crolli e frane; solo nel 1776 venne risistemata per bene e rimase sostanzialmente uguale fino all' avvento della moderna superstrada.

La Via Consolare Flaminia fu realizzata dagli antichi romani attorno al 220 a. C., per volere del Console Gaio Flaminio per avere una via di collegamento tra Roma e Rimini. Punto critico fu, ovviamente, la Gola del Furlo dove vennero fatti grandi tagli alle pareti rocciose e muri di terrazzamento per adattare un piano stradale. In un primo momento lo spigolo roccioso più difficile fu superato esternamente, poi per motivi di sicurezza venne realizzata la prima piccola galleria. Tutti i lavori furono ottenuti con fatica grazie a picconi, mazze e scalpelli. Anche questa galleria divenne ben presto obsoleta ed insicura e si dovette ricorrere al progetto per la costruzione di una nuova e più grande galleria, l' attuale. I lavori furono realizzati sotto l' imperatore Vespasiano, tra il 76 e il 77 d. C.
La galleria grande è tutt' ora transitabile, mentre la piccola può essere visitata passando dalla chiesetta nei pressi dell' ingresso della gola. Molto suggestivo è il piano stradale in pietra con in rilievo le pietre scavate e logorate dal passaggio delle ruote dei carri.
L' aspetto attuale della Gola del Furlo è caratterizzato dal grande bacino artificiale creato dalla diga posta a sbarrare il Fiume Candigliano.
Questa gigantesca opera è stata realizzata nel 1922 e risulta essere una delle più famose e spettacolari del centro Italia. E' alta poco meno di sessanta metri e ha creato un lago che si allunga per quasi tre chilometri all' interno della gola. Nel Centro Visite del Furlo è possibile seguire il monitoraggio audiovisivo dei nidi di aquile presenti sul Paganuccio ed ottenere le audioguide del Museo del Territorio, per avere notizie sulle emergenze naturali e storiche presenti sui percorsi della riserva ed evidenziati da tabelle.


                                                                         di William Tallevi


                                                                   
         


                                                                   

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