Servigliano ( FM ), elegante città ideale
L' attuale centro storico di Servigliano ha una struttura urbanistica ed architettonica che lo rende unico e ben riconoscibile nelle Marche ed in Italia. La sua fondazione è settecentesca ed è caratterizzata da una pianta quadrata, semplice e razionale, simile ai modelli di città ideali teorizzati nel Cinquecento. La compattezza delle mura esterne difende alla perfezione il cuore del centro storico. Questo è diviso con due assi viari che s' incrociano a modo di cardo e decumano romani, terminanti in tre porte di accesso ed uno di fronte alla Chiesa Collegiata di S. Marco. Tutte le altre vie sono ortogonali con edifici e palazzi a fronteggiarsi.
Servigliano si trova in pianura nella media vallata del fiume Tenna, quasi al centro della provincia fermana, ad una distanza quasi simile tra mare e monti. La sua posizione è tale solo dal 1772, quando l' antico centro di Servigliano, costruito sulla collina incominciò a franare. Papa Clemente XIV, interpellato, inviò l' architetto Virginio Bracci a cercare un territorio a valle più sicuro dove progettare e realizzare ex novo un borgo ideale. Questo fu edificato in solo sei anni e, in onore del Pontefice, fu chiamato Castel Clementino. Tale nome rimarrà fino al 1863, quando tornò la vecchia denominazione di Servigliano.
La pianta cittadina di Servigliano misura 144 metri di larghezza e 137 di lunghezza, con tre porte di accesso. La Porta Clementina a nord e Porta Pia a sud si fronteggiano, mentre Porta Santo Spirito prospetta con la Chiesa Collegiata di S. Marco. Tutti gli edifici pubblici e privati hanno lo stesso stile neoclassico, semplice ed armonico e sono stati costruiti con mattoni a vista recuperati nel borgo antico. S. Marco è ad una navata unica, con cappelle laterali; al posto delle navate laterali ci sono sacrestia, un piccolo cimitero e la casa del parroco. Verso la fine del Settecento qui vennero trasferite le spoglie di S. Servigliano e S. Gualtiero Abate.
Il nome Servigliano potrebbe risalire al tribuno Publio Servillo Rullo, il quale possedeva dei terreni nella zona. Alcuni resti di antiche abitazione romane, sulla strada per S. Vittoria in Matenano, attestano il fatto e si possono datare verso il 29 a. C. Dopo le invasioni barbariche il centro storico di Servigliano venne portato sulle colline, in zona più sicura e qui vi rimarrà fino alla metà del Settecento, quando varie frane costrinsero gli abitanti al ritorno a valle. Servigliano gravitò sempre sotto l' influenza dei vescovi fermani prima e dei monaci dell' Abbazia di Farfa poi. Gli spazi interni della nuova Servigliano sono ampi e razionali, ben divisi dalle strade che s' incontrano in modo ortogonale. Piazza Roma risulta essere il cuore cittadino, con a fianco i giardini con il Monumento ai Caduti.
Nel piano regolatore della nuova Servigliano sono sottese delle figure geometriche; costruendo
quadrati sulle linee tra le porte e la chiesa si crea una croce ideale. Nella testa vi è costruita la chiesa, sul lato destro il palazzo comunale, su quello sinistro doveva essere presente un opificio, mai costruito ed il corpo erano i palazzi signorili. Sulla croce si può costruire un triangolo equilateto, sempre ideale, la cui punta è l' ingresso della chiesa. Il Palazzo comunale è a tre piani, con fronte e cortile interno porticati; al secondo piano è presente pure un piccolo teatro. L' edificio fu ristrutturato nel 1804 e venne aggiunto un elegante balcone sulla facciata.
Il perimetro quadrato delle mura era destinato ad abitazioni popolari, con affacci sulle vie esterne per negozi e laboratori artigiani. I palazzi signorili invece erano perpendicolari alla Chiesa Collegiata di S. Marco. Nella fotografia è presentato il Palazzo Filoni ex Gualtieri, uno dei più rappresentativi, la cui costruzione è anteriore al 1811. E' a pianta quadrata, a tre piani con un' elegante altana; le finestre hanno cornici decorate più timpani e lunette. Il portale ha colonne e lesene sormontate da una trabeazione, con la porta d' ingresso ad arco a tutto sesto. Atrio e scalone d' onore presentano soffitti voltati, mentre sono varie le decorazioni degli ambienti: si va dai paesaggi, ai fiori, forme geometriche, fino a stemmi gentilizi.
I grandi spazi di Piazza Roma sono l' ideale per le varie manifestazioni annuali di Servigliano. Tra le più importanti ci sono il Torneo Cavalleresco di Castel Clementino, l' Infiorata e la Castagnata in Piazza. Il primo di questi tre eventi, avviato nel 1969, rievoca, in meravigliosi costumi d' epoca, la cessione del Piano di S. Gualtiero a Servigliano dal comune di S. Vittoria in Matenano. Anche la seconda manifestazione è molto folcloristica, colorando di sfavillanti petali di fiori, messi in artistico disegno, viali e spazi interni nell' Infiorata del Corpus Domini. Tutti e tre gli eventi sono molto sentiti dagli abitanti di Servigliano ed attirano tutti una moltitudine di turisti.
Appena fuori dal centro storico è presente il secondo importante edificio religioso della cittadina: S. Maria del Piano. Questa chiesa si presenta con la sua candida facciata e le linee essenziali. Quest' edificio fu costruito su ruderi di abitazioni d' età romana; nel 1746 iniziarono dei lavori di ampliamento che portarono S. Maria del Piano nell' attuale forma. Collegato a questa è il Convento dei Frati Minori Osservanti; l' edificio è a due piani e presenta un bel chiostro porticato. Venne completato nella prima metà del secolo XVII. E' situato nei pressi del fiume Tenna, sulla strada che da Fermo porta ad Amandola.
La città di Servigliano è purtroppo tristemente famosa per un campo di prigionia, costruito nel 1915, per i prigionieri della prima guerra mondiale ed utilizzato anche per il secondo conflitto. Vi furono imprigionati pure diversi ebrei rastrellati in diverse città italiane. Venne pure costruita una piccola stazione per avviare i prigionieri ebrei ai campi di sterminio in Germania. In questa è oggi collocato la Casa della Memoria, con reperti e fotografie che raccontano quei tragici giorni. Alla fine del 1943 vi fu una fuga di prigionieri alleati poi, nel maggio del 1944, una degli ebrei. In tutti e due i casi la popolazione di Servigliano, dimostrando coraggio e sensibilità umana, aiutò questi poveretti nascondendoli o aiutandoli nella fuga verso la libertà.
di William Tallevi
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