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Visita a Macerata, elegante signora del centro Marche


Macerata è un' antica e nobile cittadina con una lunga storia alle spalle, che è cresciuta anche dal punto di vista ambientale e culturale, grazie ad un' antica e rinomata Università. Con il tempo è diventata un centro ricco di monumenti civili e religiosi di alto valore artistico, con vari e ricchi musei che presentano i reperti del passato ed il meglio delle tradizioni locali. Macerata si presenta in posizione panoramica a cavallo dello spartiacque delle vallate del Potenza e del Chienti e per le sue ricchezze storiche, artistiche e paesaggistiche si può considerare a pieno merito, la signora del centro Marche. Tanti sono i suoi tesori, ma quello più rappresentativo e conosciuto nel mondo è sicuramente lo Sferisterio.

Un breve trekking urbano può portare alla scoperta di Macerata; si può scegliere se incominciare a fare il giro esterno delle belle mura e porte cinquecentesche o iniziare subito ad addentrarsi nello splendido centro storico. L' ingresso ufficiale in città sarebbe quello ovest, da Porta Romana, ma quello più scenografico e' da Porta Mercato con a fianco lo Sferisterio. Questo grosso edificio, costruito agli inizi dell' Ottocento in stile neoclassico, fu realizzato per il gioco del pallone al bracciale. In seguito fu adattato a teatro all' aperto, grazie ad una perfetta visibilità e straordinaria acustica. Entrando dalla Porta del Mercato si entra a Piazza Mazzini, uno dei due spazi della vita sociale quotidiana dei maceratesi, aggirando lo Sferisterio verso sud est si arriva alla bella Porta S. Giuliano. Quest' ingresso cittadino porta a Piazza Strambi, dove sono presenti il Duomo o Cattedrale e la Basilica di S. Maria della Misericordia.
La Cattedrale è dedicata a S. Giuliano, che è anche il protettore della città; al suo interno si trova un' urna con un braccio del santo. L' attuale struttura è del XVIII secolo ed il progetto è dell' architetto Morelli. La facciata si presenta semplice ed elegante ed è interessante la parte absidale per la soluzione architettonica per l' adattamento al terreno. Sul lato destro è collocata la Basilica di S. Maria della Misericordia, eretta su un' antica cappella come voto per allontanare la peste dalla città. Il disegno è di Luigi Vanvitelli e si presenta come un tempietto neoclassico. Di fianco alla Cattedrale è presente la statua del missionario maceratese Matteo Ricci, noto gesuita della fine del 600, che con l' apostolato in Cina si trovò ad entrare in contatto con la cultura di quel paese e fece da tramite con la nostra, apportando molte proficue relazioni e conoscenze reciproche.
Da Piazza Strambi, risalendo Via Don Minzoni, ci si avvia per il centro di Macerata, passando di fronte a due nobili palazzi: Compagnoni Marefoschi e Buonaccorsi. Entrambi sono belle ed antiche dimore di famiglie aristocratiche, ricche di storia e tesori artistici. Il secondo di questi ospita i Musei Civici: il Museo della Carrozza, la Pinacoteca con la favolosa Galleria dell' Eneide e 900 Buonaccorsi di arte moderna.
Entrando in Piazza della Libertà si entra nel cuore della città maceratese con i suoi palazzi più belli, i locali più alla moda e le varie attività. La forma è irregolare e leggermente in pendenza, è sempre trafficata in tutte le ore dai giovani locali e dagli universitari. Sono presenti: il Palazzo dei Priori, che ospita la Prefettura, la Loggia dei Mercanti, il Palazzo del Comune, la Torre Civica, il Teatro Lauro Rossi ed il complesso dell' Università e la Chiesa di S. Paolo. Uno dei simboli di Macerata è l' alta Torre Civica con il suo restaurato orologio astronomico, vanto cittadino. Questo, oltre l' ora, misura le fasi lunari e le posizioni dei pianeti, inoltre alle 12 e alle 18 inizia un carosello automatizzato dove un Angelo e i Re Magi escono e passano ad inchinarsi davanti alla Madonna e al Bambino.
Sul fianco destro della Torre Civica sorge il Teatro Lauro Rossi del 1767, intitolato ad un noto compositore locale. Il fascino e l' eleganza ottocentesca degli arredi ha come caratteristica la predominanza del colore celeste. Poco oltre è presente una grande volta, sotto la quale c' è il portone d' ingresso all' Università, fondata nel 1290 e risulta una delle più antiche del mondo. I suoi antichi locali hanno visto passare un' enorme numero di studenti provenienti da molte località. Degna di nota è l' Aula Magna realizzata nel 1690, che risulta uno scrigno in legno grazie ai suoi antichi arredi, intagli e preziosi affreschi. Altro importante locale è l' Antica Biblioteca, con moltissimi volumi e gli scaffali settecenteschi erano gli armadi della sacrestia della vicina Chiesa di S. Paolo. Questa ha una bella ed elegante facciata, anche se incompiuta, e chiude il lato sud est di Piazza della Libertà. Fu fatta costruire a partire dal 1623 dai Padri Barnabiti.


Il lato orientale di Piazza della Libertà è occupato dal maestoso Palazzo dei Priori che, in tempi moderni, ospita la Prefettura. L' elegante Loggia dei Mercanti fa angolo con il severo edificio del Palazzo del Comune. Tutto l' armonico insieme degli edifici che  circonda la piazza ha  usufruito dell' abbattimento di vecchie dimore. Lo spazio creato è diventato il punto di ritrovo dei maceratesi, dei divertimenti e delle varie manifestazioni. Tra queste la più importante, anche se si svolge allo Sferisterio, è sicuramente il Macerata Opera Festival per opere liriche. Ma l' offerta culturale, artistica e di divertimento a Macerata è varia ed accontenta tutti i generi e i gusti.
Da Piazza della Libertà, prendendo Corso Matteotti, si arriva al Palazzo dei Diamanti. Questo nobile ed antico edificio è così chiamato per via del taglio delle pietre della facciata, che riprende l' idea di Biagio Rossetti per omonimo palazzo costruito a Ferrara. Fu costruito nel XVI secolo da Giuliano Torelli per due ricchi mercanti locali in stile rinascimentale.
Tornati sui propri passi si prende Corso della Repubblica, principale arteria cittadina, che porta in breve a Piazza Vittorio Veneto. In quest' altro bello slargo maceratese prospettano altri quattro importanti edifici: Palazzo Ricci, la Biblioteca Pinacoteca e le chiese di S. Giovanni e S. Filippo, rappresentata nella fotografia. Quest' ultima è molto slanciata ed elegante, crocevia tra due vie, mentre S. Giovanni è maestosa e fedele ai canoni stilistici dell' ordine dei Gesuiti a cui appartiene dal XVII secolo. Nell' edificio che separa le due chiese, vecchio Collegio dei Gesuiti, sono sistemate la Biblioteca Comunale, la Pinacoteca ed il Museo Civico. Sul lato opposto è collocato il grande edificio di Palazzo Ricci, altro nobile e raffinato edificio. Questo è stato recuperato al suo antico splendore con arredi d' epoca ed è diventato sede di una collezione di 400 opere del Novecento italiano.
Da Piazza Vittorio Veneto si prende Via Crescimbeni, Via Garibaldi per arrivare ad un altro monumento simbolo di Macerata. Tra le piazze Annessione e Garibaldi, in luogo dell' antica Porta Romana, sono stati collocati due artistici cancelli in ghisa. Furono realizzati nel 1881 da Rodolfo Buccolini in occasione della visita di Papa Pio IX, per dare un aspetto solenne e monumentale all' ingresso cittadino. A fianco è collocato il monumento a Garibaldi, che è posizionato tra il centro murato di Macerata e i Giardini Diaz, grande spazio verde pubblico.

Tra i tanti bei edifici religiosi di Macerata non si può tralasciare la Chiesa di S. Maria delle Vergini, appena fuori del centro storico e raggiungibile verso sud con Via Pancalducci. Il monumentale tempio fu costruito alla metà del XVI secolo da Galasso da Carpi, su disegno di Donato Bramante. Il suo stile è inconfondibile con la scelta della pianta centrale e l' altissimo tamburo su cui poggia la cupola. In direzione nord, scendendo a Villa Potenza, si può visitare l' area archeologica di Helvia Ricina, l' antica città romana da cui parte la storia moderna di Macerata. Sono presenti molti resti di lastricato, case, monumenti; il meglio conservato di questi è il teatro. Le misure ci fanno intuire la grandezza del sito e la magnificenza di una città che poteva permettersi il lusso di costruirselo.


                                                                        di William Tallevi


                                                              

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