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L' ondulata cresta dei monti di Montelago ( MC ) ( 1 di 2 )

La zona montana dell' alto maceratese, compresa tra le vallate dei fiumi Potenza e Chienti, ha molte interessanti montagne, lunghe creste montuose e varie zone verdi di alto interesse naturalistico. Sicuramente il Piano di Montelago ed i rilievi che gli fanno da corona rappresentano delle bellezze di indimenticabile pregio. Questo altopiano erboso è diviso in due piani, separati da un lieve dislivello. E' contornato, ad est, dalla lunga cresta che dal Monte Primo arriva a Monte Igno, di fronte alla pianura di Camerino. Dalla parte opposta piccoli rilievi lo separano dalla sottostante Valle dello Scanzito, affluente del Potenza e da Sefro.
L' altopiano di Montelago si trova a quasi 1000 metri di quota ed è il bacino di un antico lago prosciugato dai Da Varano, signori della vicina Camerino, nel XV secolo. Questo ha la caratteristica di rimanere allagato in parte, durante il periodo invernale e di prosciugarsi in primavera, grazie a fenomeni carsici e da un canale di scolo che precipita in un inghiottitoio. Questa perla verde si raggiunge da diverse strade: da Sefro ed Agolla da ovest, da Camerino ad est e da Serravalle di Chienti in direzione sud. Ci sono diverse possibilità di escursioni naturalistiche per andare alla scoperta dei suoi verdi e panoramici spazi. Il percorso proposto è l' escursione delle creste tra i monti Primo ed Igno.
Capitando in primavera si ha la possibilità di assistere al lento prosciugamento del lago edal risveglio primaverile di erbe, piante e fiori. Da questo, prendendo la carrareccia in direzione di Camerino, si arriva ben presto alla sella tra le due metà della cresta montuosa. A sud si va verso Monte Igno, mentre a nord est verso Monte Primo. Vista la lunghezza e la durata dell' escursione bisogna mettere in preventivo un giornata di tempo e fare i due segmenti uno di seguito all' altro. Oppure si può scegliere l' alternativa di un' uscita ad anello facendo il giro dell' intero altopiano. Nella prima possibilità si sale sul Monte Torroncello, a 1093 metri, e dalla sua croce in vetta si vede in lontananza Monte Primo ed il lungo percorso da fare.
Proseguendo verso il lontano Monte Primo ci si accorge che, oltre alla distanza, bisogna tenere conto dell' ondulazione del percorso. Infatti sono diversi i rilievi da salire e scendere, ma non ci sono possibilità di sbagliare, visto i grandi spazi aperti. Inoltre in diversi tratti basta seguire tracce di carrareccia utilizzata per portare il bestiame sui pascoli. Il secondo rilievo importante è il Monte di Mistrano; dalla sua vetta si riesce bene a vedere il piano basso di Montelago nella sua interezza e i rilievi che lo contornano ad ovest. L' ambiente circostante è tipico dell' Appennino Centrale, senza le asperità rocciose dei Sibillini.
Questa escursione non presenta nessuna difficoltà ed è apprezzabile per gli ariosi panorami che regala in tutte le direzioni, oltre alla piacevolezza di procedere in un ambiente tranquillo ed integro. Pochissimi sono gli artefatti umani, che spariscono presto nell' immensità dell' insieme. Questa è una zona che in inverno rimane spesso e a lungo isolata e questa è stata la sua fortuna perchè l' ha preservata dalla possibile speculazione edilizia. Montelago è così rimasta un' isola verde dove la natura è regina incontrastata. L' attività umana primaria è l' allevamento del bestiame nei periodi di primavera estate.
Già arrivati sul monte di Mistrano ci si accorge di aver lasciato in lontananza i due piani di Montelago e che la cresta che stiamo percorrendo verso Monte Primo è stretta e lunga.
In entrambe le direzioni ci fanno compaggnia mirabili panorami. Dalla parte orientale ci accompagna la visuale della bellissima città ducale dei Da Varano di Camerino, con le sue popolose frazioni. Mentre il versante settentrionale precipita con una strada con diversi tornanti verso la frazione Agolla di Sefro ( MC ).

Ecco, finalmente, apparire in lontananza la tondeggiante e massiccia mole di Monte Primo, meta della prima parte dell' escursione della cresta dei monti di Montelago. Rimane un' ultimo rilievo, che conviene aggirare in direzione orientale. Avvicinandosi alla base di Monte Primo ci si rende conto di quanto sia gigantesca la vetta e ripida la scalata. Conviene fare una pausa per riprendere fiato e forze e poi terminare l' ultima ascesa.



Volgendo lo sguardo verso il cammino fatto si riesce ancora a vedere in lontananza il piano inferiore di Montelago. Ci si accorge della vastità e della bellezza selvaggia di questi ambienti montani. Minime sono le tracce dell' uso a pascoli di questi monti e la natura, in tutte le sue forme la fa da padrona. Entrambi i piani di Montelago, il superiore e l' inferiore, sono Aree Floristiche protette per le loro ricchezze botaniche. Numerosa e diversificata è la presenza animale; la zona è popolata da molti cinghiali ed è stata segnalata anche la presenza del lupo appenninico. Sono molte anche le specie dei rapaci che frequentano queste vette, come la poiana e sua maestà l' aquila.
Con un ultimo sforzo si arriva in vetta a Monte Primo, dove è stata innalzata una piccola croce. Se tutto il percorso è stato gratificato dagli enormi panorami, la vetta dell' ultimo monte lo è ancora di più. La visione panoramica spazia nei quattro punti cardinali a 360° e si riescono a vedere anche la sottostante valle del fiume Potenza, con Fiuminata all' orizzonte. Di fronte c' è la cresta dei monti che da Esanatoglia arrivano a Pioraco. Quest' uultimo paese è a strapiombo sotto Monte Primo. Diversi ed impegnativi sono i sentieri che salgono dal basso. I più interessanti sono la Direttissima di Monte Primo e la Ferrata dei Piceni.


                                                                          di William Tallevi


                                                               

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