Cartoceto ( PU ), città dell' olive e dell' olio
Cartoceto è un antico e caratteristico borgo collinare dell' entroterra pesarese collocato su un rilievo alto 235 metri, sul versante sinistro del fiume Metauro tra i comuni di Saltara e Serrungarina. E' situato in una posizione panoramica, essendo aggrappato al rilievo su cui sorge, tra campi coltivati e distese di ulivi. Questi ultimi, grazie alla favorevole esposizione ed al terreno, hanno fatto la fortuna di Cartoceto fin dai tempi antichi. Risalgono infatti al XIII secolo le prime notizie dell' importanza del paese cresciuta attraverso la filiera dalle olive all' olio. Ancora oggi questa vocazione agricola-artigianale ha la sua grande importanza coinvolgendo molte aziende e molti addetti del territorio. La lunga esperienza nel settore oleario dei cartocetani li ha visti premiati nel 2004 con la prima DOP olearia delle Marche, la DOP Cartoceto. Inoltre la loro è una Città dell' Olio e Bandiera Verde dell' Agricoltura, meritando a pieno titolo tali ambiti riconoscimenti.
L' odierno borgo di Cartoceto ha delle origini antichissime; una lapide romana ritrovata nella frazione Pieve e datata 79 a. C., comproverebbe l' ipotesi che il paese fu fondato dai cartaginesi superstiti dalla famosa battaglia del Metauro. Anche il nome stesso Cartoceto deriverebbe da questo episodio bellico. Altra ipotesi, più concreta, indica nelle invasioni barbariche dal VI all' VIII secolo le motivazioni che spinsero le popolazioni di allora a cercare rifugio sulle colline con borghi fortificati e castelli. Alcuni documenti attestano Cartoceto, fin dal secolo XII, come borgo fortificato da mura e castello posto a difesa del territori comunale della vicina Fano. Fu dotata di una robusta rocca nel 1351, nella parte alta dell' abitato, di cui però non resta quasi traccia a causa pure di un tremendo terremoto nel 1572. Cartoceto, essendo castello di confine, fu coinvolto nelle numerose lotte tra le potenti signorie dei Malatesta e Montefeltro e cercò sempre disperatamente una sua autonomia comunale.
Una visita a Cartoceto può partire dalla bella e spaziosa Piazza Garibaldi, denominata anticamente del Mercato. Il lato nord è chiuso dall'elegante Palazzo del Popolo di origine trecentesca. E' stato abbellito da una torretta con orologio, ma le tracce di caditoie nella facciata e l' arcata d' ingresso, dove anticamente c' era un ponte levatoio, denotano la struttura militare di un tempo.
Una visita a Cartoceto può partire dalla bella e spaziosa Piazza Garibaldi, denominata anticamente del Mercato. Il lato nord è chiuso dall'elegante Palazzo del Popolo di origine trecentesca. E' stato abbellito da una torretta con orologio, ma le tracce di caditoie nella facciata e l' arcata d' ingresso, dove anticamente c' era un ponte levatoio, denotano la struttura militare di un tempo.
Superata l' arcata d' ingresso sotto Palazzo del Popolo s' incontra la lunga struttura di Palazzo Marcolini con la sua bella facciata in mattoni. Era la residenza ottocentesca del Conte Camillo Marcolini, che ebbe l' incarico di Priore del Comune di Cartoceto fino al 1859. Un lungo ed accurato restauro l' ha riportato all' antico splendore; ora è sede comunale e al suo interno è ospitata la Biblioteca Pubblica " Afra Ciscato ". Il palazzo si appoggia sulle mura cittadine, con una via porticata a volte ed ampi finestroni. Nei pressi è posizionata una bella fontana moderna detta dell' Olio, opera del frate scultore Stefano Pigini realizzata nel 2004.
L' inizio di Via Marcolini è caratterizzato da queste grosse volte che sorreggono l' edificio sovrastante. Ampi finestroni ad arcate permettono l' affaccio panoramico sulla vallata circostante in località Molinaccio, con la Pieve dei Santi Pietro e Paolo a fare da sentinella della fede all' orizzonte sul rilievo. Il paesaggio rurale è tipico della zona di Cartoceto; ampi campi coltivati, enormi tratti impiantati ad uliveti ed un innumerevole numero di case ed aziende agricole sparse nel territorio.
Via Marcolini s' incurva e termina nel grosso Piazzale Marconi, grosso spiazzo panoramico cittadino dove sorge anche il Teatro del Trionfo. L' interno di questo quartiere denota essere l' interno del vecchio castello, che conserva ancora chiara e leggibile la struttura di una volta fatta di strette vie con un' impostazione planimetrica a spina di pesce e gradinate di collegamento per ascendere il pendio del colle. Questa gradinata inizia nei pressi di Palazzo Marcolini, sale avvitandosi sulle mura di sostegno del vecchio borgo castello, passando sopra Piazza Garibaldi, affiancando la scalinata di Via Roma per terminare nel Piazzale della Rocca, punto più alto del borgo di Cartoceto.
Altra importante direttiva cittadina per salire dalla parte bassa a quella alta del borgo è la lunga e scalinata Via Mazzini. Essa taglia in verticale per il dislivello Cartoceto e tutte le strette viuzze ortogonali vi defluiscono in modo ordinato. La struttura è a casette in mattoni a vista ben tenute ed adorne di fiori ed abbellimenti, risultando godibile l' andare alla scoperta degli angoli più nascosti.
Al termine di Via Marcolini, l' unica lineare all' interno del vecchio borgo castello, si arriva nel Piazzale Marconi, denominato " La Turchia ". Qui sono presenti dei grossi edifici ben restaurati, al cui interno è collocato il Teatro del Trionfo. Negli allora ambienti di un grosso frantoio con sovrastante deposito di olive fu realizzato, tra gli anni 1725 - 30, uno splendido teatro per prosa, balletti ed opere. La disposizione attuale dell' edificio risale al 1801 con una grossa platea e tre ordine di palchi. Questo è ora in fase di restauro, ma alcuni ambienti vengono usati per esposizioni d' arte contemporanea. Continuando l' esplorazione delle vie del vecchio castello, si possono ammirare angoli caratteristici e diversi scorci panoramici, dovuti all' inclinazione dell' abitato sul pendio del colle.
Ritornati in Piazza Garibaldi si può salire alla parte alta dell' abitato di Cartoceto con la scenografica scalinata di Via Roma. Questa passa a fianco delle alte mura del borgo castello e termina di fianco al Piazzale della Rocca e di fronte alla Collegiata di S. Maria della Misericordia. L' attuale edificio risale al 1835 e fu costruita dagli architetti Cesare e Giuseppe Selvelli di Fano, in sostituzione di una vecchia chiesa quattrocentesca. Al suo interno belle opere dei pittori Morganti e Ceccarini, sul lato sinistro è situato il Santuario della Madonna delle Grazie. Fu costruito nel 1886 per conservare ed onorare un' immagine della Madonna con Bambino di autore ignoto, che fu artefice di diversi eventi miracolosi. Nei primi due fine settimana di novembre Cartoceto si veste a festa per ospitare il Cartoceto DOPO Festival, quest' anno arrivato alla 41^ edizione. Si tratta di una mostra mercato dell' olio e dell' oliva con in aggiunta diverse iniziative che spaziano dall' enogastronomia, spettacoli musicali, manifestazioni artistiche, sportive e tradizionali.
Cartoceto risulta inserita in un contesto naturale eccezionale e diverse sono le emergenze storiche ed architettoniche. Sparse nel suo splendido verde territorio comunale sono diverse e splendide le ville storiche presenti: Villa Salomone del secolo XVIII, Villa Bellaria e Villa Corbelli di origini seicentesche. Nella popolosa frazione a valle di Lucrezia è situata la bella Villa Adanti costruita nel 1860. Sono presenti poi due importanti edifici religiosi; la Pieve dei Santi Pietro e Paolo e la Chiesa di S. Maria del Soccorso, qui rappresentata nella fotografia. La Pieve sorge a un chilometro dal centro storico e domina la bassa valle del fiume Metauro. La sua origine era paleocristiana e fu edificata su una preesistente struttura religiosa pagana. Fu la chiesa parrocchiale di Cartoceto fino al 1573, poi in seguito venne ceduta ai frati minori osservanti che la ristrutturarono la e vi costruirono il loro convento. Oggi vi è a fianco il cimitero urbano. La Chiesa e l' annesso convento di S. Maria del Soccorso sorgono appena fuori da Cartoceto, alle pendici del boscoso Monte Partemio. La Fondazione risale al 1500 da parte dei padri agostiniani. Dell' antica costruzione originaria rimangono solo alcune parti; l' attuale edificio risulta rimaneggiato nel 1782 ad opera dell' architetto Ciaffaroni, allievo del Vanvitelli. La chiesa è di matrice neoclassica a pianta centrale coperta da un' elegante cupola. Molto bello è il chiostro interno del convento con le volte a crociera in laterizio e le grandi arcate. Diverse le opere pittoriche presenti, ma la più suggestiva risulta essere la tela di autore ignoto rappresentante la Madonna del Soccorso, molto venerata in città e che da il nome all' intero complesso.
di William Tallevi
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