Da Esanatoglia ( MC ) alle sorgenti del fiume Esino
Esanatoglia è una cittadina d' impronta medievale che è cresciuta attorno alla Pieve di S. Anatolia Martire del secolo III d. C. Il centro storico è in buono stato di conservazione, anche se è stato provato dagli ultimi eventi sismici. Presenta due cinte murarie e cinque porte principali; diverse e notevoli sono le chiese presenti nel suo centro storico e i palazzi signorili. Le sue bellezze artistiche e architettoniche l' hanno fatta entrare nei Borghi più belli d' Italia. Oltre al centro storico magnifica è la posizione geografica e l' ambiente naturale. Esanatoglia è collocata all' ingresso della stretta e splendida alta valle del fiume Esino, tra i monti Corsegno e la Costa.
Diverse ed interessanti sono le possibilità escursionistiche per scoprire le bellezze del territorio di Esanatoglia. Una delle più belle e relativamente facili è la risalita della valle fino alle sorgenti del fiume Esino. Questo percorso è molto interessante dal punto di vista geologico e naturalistico e risulta inserito in un' Area Floristica Protetta. Molto interessante è pure l' impronta storica e religiosa della vallata con la presenza degli eremi di S. Pietro e S. Cataldo. Quest' ultimo, rappresentato nella fotografia, è abbarbicato ad un lungo segmento roccioso del M. Corsegno e risulta come un guardiano della vallata e un faro di cristiana fede per la città .
Dopo aver visitato il bel centro storico di Esanatoglia, si esce dall' abitato in direzione ovest con Via S. Ubaldo. Superati degli edifici industriali dismessi e le ultime case periferiche ci si trova in un ambiente molto tranquillo e naturale, passando sotto la rupe dove si erge l' Eremo di S. Cataldo. Quindi si arriva ad un ampio settore del fiume e delle sue sponde interessato dall' attività di itticoltura. A monte sono state posizionate vasche comunicanti con l' acqua dell' Esino, contenenti alcune specie di pesci. Mentre verso valle due laghetti danno la possibilità della pesca sportiva.
Superato l' impianto sportivo con i vivai per per l' itticoltura la valle si fa più solitaria e naturale. Il corso dell' Esino si fa sempre più esile e corre parallelo alla carrareccia. Le sue acque cristalline scorrono tra verdissimi prati erbosi; diverse sonno le aree attrezzate di sosta per i turisti. Alcuni ponticelli in legno permettono l' attraversamento dell' Esino in sicurezza. E' possibile accedere anche alla riva opposta al senso di marcia sul semplice Sentiero AVIS.
L' alta valle del fiume Esino è denominata di S. Pietro a causa della presenza di un piccolo edificio religioso omonimo. Questa valle è molto stretta e dalle acque copiose; la stessa denominazione del corso d' acqua dovrebbe discendere da un antica divinità celtica dei fiumi. Queste favorevoli condizioni ambientali hanno permesso la presenza di diverse specie di vegetazione, fiori ed alberi, permettendo una buona e varia presenza animale. Risalendo la vallata questa si fa sempre più stretta ed il corso dell' Esino corre di fianco alla ripida carrareccia, con un procedere a rapide e cascatelle. Il percorso che si sta seguendo rientra in una fitta rete di sentieri tabellati, riportati su una bella cartina della Esatrail di Esanatoglia. Il suo tratto centrale coincide con il Sentiero Francescano Assisi Loreto, prima di deviare per il crinale destro e scendere a Palazzo, nella valle parallela.
Sul nostro percorso s' incontrano alcuni gruppi di antiche abitazioni e diversi sentieri che risalgono i due versanti vallivi, verso i pascoli dei crinali o i boschi adatti al taglio. Nell' ultimo tratto del percorso la comoda carrareccia si trasforma in uno stretto e ripido sentiero, sempre affiancato dall' Esino che si fa sempre più minuto e più gorgogliante. Procedendo verso l' alto le pareti del corso del fiumicello si fanno sempre più strette e si intuisce in lontananza la presenza di una forra rocciosa. Poco prima di questa, un piccolo sentierino staccionato porta ai ruderi dell' antica Chiesa di S. Pietro. Questa è quasi affogata da rampicanti e vegetazione varia. Presenta due ambienti sovrapposti: la parte inferiore è una solida cavità a cripta, mentre quella superiore è la chiesa vera e propria.
Lasciata la Chiesa di S. Pietro, che denomina l' alta valle del fiume Esino, si hanno due possibilità . La prima è di continuare il percorso vallivo fino ad entrare nella stretta forra del Landrone, dove il sentiero finisce e bisogna salire tra i detriti scalinati del letto del fiumicello, continuando fin dove è possibile. Lo spettacolo naturale è assicurato dalle strette pareti rocciose, ricche di umidità , muschi, vegetazione varia, al cui interno la luce stessa del sole fatica ad entrare. La seconda possibilità è prendere il sentiero segnalato sulla sinistra, prima del Landrone e seguirlo fino alla sovrastante Fonte la Spina, ufficialmente sorgente dell' Esino. Il percorso è scalinato tra roccia e bosco e, visto che è poco frequentato, bisogna prestare la massima attenzione.
Ma la Fonte della Spina non è l' unica sorgente dell' Esino e per rendersene conto bisogna salire ancora, oltre il limite del bosco. Si arriva ai prati sotto il Monte Cimetta e di fianco al Monte Cafaggio; qui la conformazione geologica degli strati rocciosi sotterranei permette la formazione di diverse altre piccoli sorgenti, le quali vanno ad alimentare le acque della sottostante forra del Landrone. Qui l' ambiente ed il panorama cambiano completamente aspetto; queste sono zone molto frequentate dall' uomo fin dal lontano passato con i vari pascoli e taglio del legname. Queste attività hanno profondamente cambiato queste vette e ne ha tratto profitto l' aspetto paesaggistico.
Le alte vette arrotondate che chiudono la valle dell' Esino - il Barcone, M. Cafaggio, il Pizzinetto di Mutola e il M. Giuoco del Pallone - sono collegati da diverse carrareccie e numerosi sentieri segnalati. Per il ritorno, se non si vuole rifare il percorso di valle fatto all' andata, si può scegliere tra due possibilità . La prima è seguire i sentieri che dal M. Cafaggio cavalcano il crinale boscoso destro, fino ad Esanatoglia. L' altra possibilità è optare per le carrareccie sotto il Pizzinetto di Mutola, sul versante sinistro, che scendono verso M. Corsegno, l' Eremo di S. Cataldo e poi Esanatoglia. In ogni caso è bene fornirsi della bella e dettagliata cartina dei sentieri di Esatrail.
di William Tallevi
Superato l' impianto sportivo con i vivai per per l' itticoltura la valle si fa più solitaria e naturale. Il corso dell' Esino si fa sempre più esile e corre parallelo alla carrareccia. Le sue acque cristalline scorrono tra verdissimi prati erbosi; diverse sonno le aree attrezzate di sosta per i turisti. Alcuni ponticelli in legno permettono l' attraversamento dell' Esino in sicurezza. E' possibile accedere anche alla riva opposta al senso di marcia sul semplice Sentiero AVIS.
L' alta valle del fiume Esino è denominata di S. Pietro a causa della presenza di un piccolo edificio religioso omonimo. Questa valle è molto stretta e dalle acque copiose; la stessa denominazione del corso d' acqua dovrebbe discendere da un antica divinità celtica dei fiumi. Queste favorevoli condizioni ambientali hanno permesso la presenza di diverse specie di vegetazione, fiori ed alberi, permettendo una buona e varia presenza animale. Risalendo la vallata questa si fa sempre più stretta ed il corso dell' Esino corre di fianco alla ripida carrareccia, con un procedere a rapide e cascatelle. Il percorso che si sta seguendo rientra in una fitta rete di sentieri tabellati, riportati su una bella cartina della Esatrail di Esanatoglia. Il suo tratto centrale coincide con il Sentiero Francescano Assisi Loreto, prima di deviare per il crinale destro e scendere a Palazzo, nella valle parallela.
Sul nostro percorso s' incontrano alcuni gruppi di antiche abitazioni e diversi sentieri che risalgono i due versanti vallivi, verso i pascoli dei crinali o i boschi adatti al taglio. Nell' ultimo tratto del percorso la comoda carrareccia si trasforma in uno stretto e ripido sentiero, sempre affiancato dall' Esino che si fa sempre più minuto e più gorgogliante. Procedendo verso l' alto le pareti del corso del fiumicello si fanno sempre più strette e si intuisce in lontananza la presenza di una forra rocciosa. Poco prima di questa, un piccolo sentierino staccionato porta ai ruderi dell' antica Chiesa di S. Pietro. Questa è quasi affogata da rampicanti e vegetazione varia. Presenta due ambienti sovrapposti: la parte inferiore è una solida cavità a cripta, mentre quella superiore è la chiesa vera e propria.
Lasciata la Chiesa di S. Pietro, che denomina l' alta valle del fiume Esino, si hanno due possibilità . La prima è di continuare il percorso vallivo fino ad entrare nella stretta forra del Landrone, dove il sentiero finisce e bisogna salire tra i detriti scalinati del letto del fiumicello, continuando fin dove è possibile. Lo spettacolo naturale è assicurato dalle strette pareti rocciose, ricche di umidità , muschi, vegetazione varia, al cui interno la luce stessa del sole fatica ad entrare. La seconda possibilità è prendere il sentiero segnalato sulla sinistra, prima del Landrone e seguirlo fino alla sovrastante Fonte la Spina, ufficialmente sorgente dell' Esino. Il percorso è scalinato tra roccia e bosco e, visto che è poco frequentato, bisogna prestare la massima attenzione.
Ma la Fonte della Spina non è l' unica sorgente dell' Esino e per rendersene conto bisogna salire ancora, oltre il limite del bosco. Si arriva ai prati sotto il Monte Cimetta e di fianco al Monte Cafaggio; qui la conformazione geologica degli strati rocciosi sotterranei permette la formazione di diverse altre piccoli sorgenti, le quali vanno ad alimentare le acque della sottostante forra del Landrone. Qui l' ambiente ed il panorama cambiano completamente aspetto; queste sono zone molto frequentate dall' uomo fin dal lontano passato con i vari pascoli e taglio del legname. Queste attività hanno profondamente cambiato queste vette e ne ha tratto profitto l' aspetto paesaggistico.
Le alte vette arrotondate che chiudono la valle dell' Esino - il Barcone, M. Cafaggio, il Pizzinetto di Mutola e il M. Giuoco del Pallone - sono collegati da diverse carrareccie e numerosi sentieri segnalati. Per il ritorno, se non si vuole rifare il percorso di valle fatto all' andata, si può scegliere tra due possibilità . La prima è seguire i sentieri che dal M. Cafaggio cavalcano il crinale boscoso destro, fino ad Esanatoglia. L' altra possibilità è optare per le carrareccie sotto il Pizzinetto di Mutola, sul versante sinistro, che scendono verso M. Corsegno, l' Eremo di S. Cataldo e poi Esanatoglia. In ogni caso è bene fornirsi della bella e dettagliata cartina dei sentieri di Esatrail.
di William Tallevi
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