Escursione nella Gola di Gorgo a Cerbara di Piobbico ( PU ) ( 1 di 2 )
Il Fiume Candigliano è uno dei più lunghi affluenti del Metauro e nella sua corsa, prima della confluenza, si è dovuto scavare ben due gole tra le montagne. L' ultima è la rinomata Gola del Furlo tra i monti Paganuccio e Pietralata e per le sue emergenze ambientali, geologiche e di biodiversità vegetale ed animale è da tempo Riseva Naturale Statale. La prima, meno conosciuta, ma ricca di straordinarie bellezze naturali come l' altra, è la Gola di Gorgo a Cerbara tra i monti Montiego e le Rocche, nella vicinanza di Piobbico. Nella fotografia è rappresentala la parte più rocciosa del Montiego, la Balza della Penna, che si allunga verso il Candigliano e le tormentate cime delle Rocche.
Il Candigliano entra nella Gola di Gorgo a Cerbara poco dopo da bella cittadina di Piobbico. Il favorevole territorio ha consentito la presenza umana fin dai tempi antichi, ma è con l' avvento della famiglia Brancaleoni che Piobbico riuscì a sviluppare il suo maestoso castello ed il borgo sottostante. E' possibile andare alla scoperta delle bellezze naturali di Gorgo a Cerbara partendo proprio dal grazioso borgo dell' entroterra pesarese. Il Monte di Montiego s' innalza proprio dietro il castello ed è segnato da numerosi sentieri, segnalati sulla cartina del Monte Nerone. Prendendo il n° 6 si riesce a salire verso il limitare del monte e della gola e, con il n° 5, percorrerla per tutta la sua lunghezza, fino allo sperone roccioso della Balza della Penna.
Per il ritorno basta scendere verso il borghetto di Montiego e continuare in discesa con il n° 5. Questo passando sotto la maestosa cuspide rocciosa della Balza della Penna, arriva nella Gola di Gorgo a Cerbara a livello delle spumeggianti acque del Candigliano. Con il sentiero n° 7, che corre quasi parallelo a fiume e strada, si ritorna a Piobbico. La partenza dell' escursione è nella zona degli impianti sportivi in località C. l' Isola. Il sentiero n° 6 si alza lentamente sul pendio del Montiego, passando di fronte alla meraviglia geologica della dirupate Gola dell' Infernaccio e Val d' Abisso del Monte Nerone.
Il sentiero, dopo aver superato un ripido torrentello con un ponticello di legno, prende quota. Prima di entrare nel bosco, si riesce ad avere una panoramica della rocciosa gola scavata dal Candigliano. Dei due versanti quello meglio conservato e spettacolare è quello sinistro, del M. Montiego. Questo rilievo è arrotondato in giganteschi pascoli sulla vetta e solo la propaggine della Balza della Penna e la sottostante gola sono rocciose e dirupate. Di fronte vi sono le creste delle Rocche, poste ad anfiteatro, ma, purtroppo, sono rovinate dall' attività di una grande cava. Tra queste cime il Candigliano spumeggia in modo tortuoso tra cascatelle e rapide.
Gran parte del sentiero n° 6, prima di confluire in quota con il n° 5, si sviluppa dentro il bosco di lecci, roverelle e rimboschimenti di conifere, rasentando la grande depressione della gola. Arrivati sopra di essa, il tragitto torna ad essere panoramico e tortuoso, aggirando diversi stretti canaloni. Aggirando uno di questi si riesce ad avere una panoramica completa del M. Nerone di fronte. Questo rilievo, pur essendo alto solo 1525 metri, presenta aspetti aspetti naturalistici e paesaggistici di grande interesse. Sono presenti diverse gole rupestri, ambienti rocciosi, archi naturali, grotte, boschi, pascoli, quattro aree floristiche protette e una buona presenza faunistica. Una nutrita rete di sentieri porta alla loro conoscenza.
La cartina dei sentieri di M. Nerone comprende anche alcuni sul dirimpettaio M. Montiego, tre di questi - 6, 5 e 7 - concorrono al percorso qui descritto. Dopo il variegato sentiero a tre quarti di monte, prospiciente sulla gola, l' itinerario si fa più tranquillo tra arbusti e pascoli. Continuando verso est ci si dirige verso la spettacolare propaggine rocciosa della Balza della Penna. Alle nostre spalle si eleva la gigantesca ed arrotondata vetta del M. Montiego, tutti ricoperta di verdi pascoli. Di fronte, oltre il vertice della balza, le vette dei dirimpettai monti Giano, Paludello e l' Abbate.
Arrivati in fondo al lungo piano erboso si incomincia a vedere la parte terminale del M. Montiego. Si tratta di una spettacolare cresta rocciosa che si allunga verso la sottostante Gola di Gorgo a Cerbara, denominata Balza della Penna. Si scende piano piano fino all' inizio dell' affilata ed aerea propaggine rocciosa. Bisogna procedere con la massima attenzione e non avere problemi di vertigine. La visione sulla sottostante gola è stupenda, fatta eccezione per un' invasiva cava che ha demolito parte delle Rocche, i monti prospicienti la balza. Dopo l' emozionante passeggiata sulla cresta, si torna indietro verso il borghetto di Montiego per poi discendere a valle.
Diverse sono le carrarecce che dai pascoli, dai boschi e dalla Balza della Penna scendono a Montiego. Si tratta di un esiguo numero di antiche case ben restaurate che si affacciano da un pianoro erboso, tra il M. Montiego e la sua aerea cresta sulla gola. Da quest' angolo solitario, frequentato da religiosi e turisti solo d' estate, si godono panorami fantastici verso i monti circostanti, la vallata del Candigliano e i monti del Furlo in lontananza. Una comunità religiosa ha salvato il borghetto dall' abbandono destinandolo a ritiri spirituali. Sono presenti la piccola Chiesa di S. Maria Assunta ed una piccola Via Crucis, con stazioncine che si inerpicano sul pendio del Montiego.
Per tornare a valle si può prendere la carrareccia che, con molteplici tornantini pieni di sassi e buche, scende dentro la vallata del Fosso di Montiego. Oppure continuare in discesa con il sentiero n° 5, con un' opportunità più emozionante. Questo parte appena sotto il piccolo borgo, entra nel bosco con andamento tortuoso e continua fino ad arrivare alla base della rocciosa parete della Balza della Penna. Questo tratto è poco frequentato, i segnali sono pochi, il terreno molto connesso e bisogna prestare attenzione. Una visione panoramica totale di Montiego e della sua spettacolare cresta lo si ha una volta scesi all' inizio della Gola di Gorgo a Cerbara.
di William Tallevi
Il sentiero, dopo aver superato un ripido torrentello con un ponticello di legno, prende quota. Prima di entrare nel bosco, si riesce ad avere una panoramica della rocciosa gola scavata dal Candigliano. Dei due versanti quello meglio conservato e spettacolare è quello sinistro, del M. Montiego. Questo rilievo è arrotondato in giganteschi pascoli sulla vetta e solo la propaggine della Balza della Penna e la sottostante gola sono rocciose e dirupate. Di fronte vi sono le creste delle Rocche, poste ad anfiteatro, ma, purtroppo, sono rovinate dall' attività di una grande cava. Tra queste cime il Candigliano spumeggia in modo tortuoso tra cascatelle e rapide.
Gran parte del sentiero n° 6, prima di confluire in quota con il n° 5, si sviluppa dentro il bosco di lecci, roverelle e rimboschimenti di conifere, rasentando la grande depressione della gola. Arrivati sopra di essa, il tragitto torna ad essere panoramico e tortuoso, aggirando diversi stretti canaloni. Aggirando uno di questi si riesce ad avere una panoramica completa del M. Nerone di fronte. Questo rilievo, pur essendo alto solo 1525 metri, presenta aspetti aspetti naturalistici e paesaggistici di grande interesse. Sono presenti diverse gole rupestri, ambienti rocciosi, archi naturali, grotte, boschi, pascoli, quattro aree floristiche protette e una buona presenza faunistica. Una nutrita rete di sentieri porta alla loro conoscenza.
La cartina dei sentieri di M. Nerone comprende anche alcuni sul dirimpettaio M. Montiego, tre di questi - 6, 5 e 7 - concorrono al percorso qui descritto. Dopo il variegato sentiero a tre quarti di monte, prospiciente sulla gola, l' itinerario si fa più tranquillo tra arbusti e pascoli. Continuando verso est ci si dirige verso la spettacolare propaggine rocciosa della Balza della Penna. Alle nostre spalle si eleva la gigantesca ed arrotondata vetta del M. Montiego, tutti ricoperta di verdi pascoli. Di fronte, oltre il vertice della balza, le vette dei dirimpettai monti Giano, Paludello e l' Abbate.
Arrivati in fondo al lungo piano erboso si incomincia a vedere la parte terminale del M. Montiego. Si tratta di una spettacolare cresta rocciosa che si allunga verso la sottostante Gola di Gorgo a Cerbara, denominata Balza della Penna. Si scende piano piano fino all' inizio dell' affilata ed aerea propaggine rocciosa. Bisogna procedere con la massima attenzione e non avere problemi di vertigine. La visione sulla sottostante gola è stupenda, fatta eccezione per un' invasiva cava che ha demolito parte delle Rocche, i monti prospicienti la balza. Dopo l' emozionante passeggiata sulla cresta, si torna indietro verso il borghetto di Montiego per poi discendere a valle.
Diverse sono le carrarecce che dai pascoli, dai boschi e dalla Balza della Penna scendono a Montiego. Si tratta di un esiguo numero di antiche case ben restaurate che si affacciano da un pianoro erboso, tra il M. Montiego e la sua aerea cresta sulla gola. Da quest' angolo solitario, frequentato da religiosi e turisti solo d' estate, si godono panorami fantastici verso i monti circostanti, la vallata del Candigliano e i monti del Furlo in lontananza. Una comunità religiosa ha salvato il borghetto dall' abbandono destinandolo a ritiri spirituali. Sono presenti la piccola Chiesa di S. Maria Assunta ed una piccola Via Crucis, con stazioncine che si inerpicano sul pendio del Montiego.
Per tornare a valle si può prendere la carrareccia che, con molteplici tornantini pieni di sassi e buche, scende dentro la vallata del Fosso di Montiego. Oppure continuare in discesa con il sentiero n° 5, con un' opportunità più emozionante. Questo parte appena sotto il piccolo borgo, entra nel bosco con andamento tortuoso e continua fino ad arrivare alla base della rocciosa parete della Balza della Penna. Questo tratto è poco frequentato, i segnali sono pochi, il terreno molto connesso e bisogna prestare attenzione. Una visione panoramica totale di Montiego e della sua spettacolare cresta lo si ha una volta scesi all' inizio della Gola di Gorgo a Cerbara.
di William Tallevi
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