Da Assisi ( PG ) alla vetta del Monte Subasio ( 1 di 2 )
Il Monte Subasio si erge maestoso e solitario tra i fiumi Tescio, Topino e la valle umbra e ne domina i dintorni con la sua mole massiccia. La sua inconfondibile struttura a dorso di cetaceo, con i grandi pascoli della vetta è appena alterata dalle sue cime secondarie. E' caratterizzata da grosse doline in vetta, magnifici panorami a 360 gradi, versanti boscosi e dirupati. Il Subasio è il monte di Assisi e delle memorie francescane; è attualmente Parco Regionale dell' Umbria e si può considerare un parco mistico. Assisi risulta essere un accesso privilegiato alla sua vetta e all' Eremo delle Carceri, luogo iniziale scelto da S. Francesco ed i suoi seguaci per un ritiro di riflessione e preghiera.
La struttura del Subasio è stretta ed allungata ed è segnata da due grossi speroni rocciosi dove sorgono le due cittadine più note: Assisi e Spello. Esse sono collegate, oltre che dalle strade della vallata, da quelle che aggirano il maestoso massiccio e dal panoramico percorso della vetta, che permette di scoprire tutte le sue bellezze paesaggistiche, naturalistiche e storiche. La partenza da Assisi è da Porta Capuccini, dove iniziano i lunghi rettilinei e numerosi tornanti per l' Eremo delle Carceri e quindi i prati sommitali del Monte Subasio. Appena usciti dal centro storico si può godere della visuale d' insieme della Rocca Maggiore, sul rilievo che domina Assisi.
Il percorso è subito abbastanza ripido e, grazie anche a diversi tornanti, si prende subito quota. Il Subasio ha la caratteristica di essere un monte staccato dalla catena degli Appennini ed è panoramico in tutte le direzioni. La sua grossa mole, con l' inconfondibile complesso della Basilica di S. Francesco alle sue pendici, risulta ben identificabile nella pianura umbra. Questa si allarga a vista d' occhio sul settore occidentale del monte, come si vede bene dalla fotografia. Questo versante è ricco di uliveti e di antichi edifici religiosi che hanno visto le varie fasi della vita eremitica e poi di predicazione di S. Francesco.
Ad appena cinque chilometri circa da Assisi sorge l' Eremo delle Carceri, tra le pieghe rocciose del Subasio e tra un bosco di lecci secolari. Il termine deriva dalla parola latina " carcer " e indica un luogo appartato; fu questa e la presenza di diverse grotte rocciose a spingere S. Francesco ed i suoi seguaci a scegliere questo posto come sede per ritiri eremitici di preghiera. Fu solo all' inizio del 1400, grazie a S. Bernardino da Siena, che furono costruite la piccola chiesa, il coro, il refettorio ed il dormitorio con le celle dei frati. Altri interventi nei secoli successivi trasformarono l' insieme degli edifici nell' armonico complesso religioso attuale.
Il mistico e raccolto Eremo delle Carceri è una visita imperdibile trovandosi ad Assisi o sul Monte Subasio, in quanto tappa fondamentale nella vita religiosa di S. Francesco. Dopo la visita si continua a salire verso sinistra, superando il bivio che, a destra, scende verso l' ex Abbazia di S. Benedetto. La strada diventa una candida carrareccia e ben presto esce dal bosco per arrivare sugli immensi spazi erbosi della gigantesca calotta montuosa del Subasio. Questo è famoso, oltre per l' aspetto storico francescano e per le sue verdi praterie, per la grande visuale panoramica in tutte le direzioni. Nella fotografia, presa dal Colle S. Rufino, si riesce a vedere gran parte della catena montuosa degli Appennini umbro marchigiani.
Sempre sullo stesso colle, ma sul versante opposto, si ha la visuale completa della sottostante Assisi. Questa fu prima un' acropoli umbra e poi municipio romano, con il nome di Asisium. La successiva urbanizzazione medievale si avvalse delle strutture architettoniche precedenti. Furono rafforzate le mura, costruita una robusta Rocca Maggiore e vennero edificate, con il tempo molte importanti chiese. Prime fra tutte S. Rufino, S. Chiara e la mastodontica doppia Basilica di S. Francesco, che celebra le gesta del poverello di Assisi. Qui, nella cripta, è conservato il corpo di S. Francesco, trasferitovi quattro anni dopo la sua morte.
Negli Stazzi, sotto il Colle S. Rufino, si riuniscono molti amanti della natura a prendere il sole in estate e rilassarsi in un tranquillo pic nic tra a amici o parenti. Continuando il percorso, con alcuni tornanti si prende quota, e si sale tra una marea di pascoli a vista d' occhio. Questo impoverimento boschivo della vetta dipende dall' intenso sfruttamento nei secoli per lo sfruttamento della legna. Solo agli inizi del Novecento le cose sonno cambiate con importanti rimboschimenti sui versanti del monte. L' arioso paesaggio delle praterie erbose del Subasio è diventato una caratteristica importante, come i conseguenti mirabili panorami sui monti e sulle valli circostanti.
Dopo i lunghi rettilinei della carrareccia si arriva ad una curva stretta, dove, a destra, c' è il decollo dei deltaplani e a sinistra il cocuzzoletto che rappresenta la vetta del Monte Subasio. Bisogna inoltrarsi sul prato in salita fino ad arrivare al recinto presentato nella fotografia. Un piccolo monumento indica i 1.290 metri della vetta, mentre sui quattro pannelli sono rappresentati i monti visibili nei quattro versanti. Il Monte Subasio è protetto dal Parco Regionale dal 1995; questa montagna è fortemente antropizzata e non ha una natura selvaggia particolarmente sulla vetta. Ma i versanti hanno interessanti caratteristiche naturali, presenza animale e sono ricchi di testimonianze religioso storiche.
Discesi dalla vetta di Monte Subasio ci si trova di fronte un altro piccolo rilievo, con in vetta una folta serie di antenne. Oltre inizia la discesa verso il versante sud occidentale e verso la magnifica cittadina di Spello. Nei pressi di questi impianti e soprattutto dietro il rilievo sottostante, il Monte Civitelle, sono posizionati degli inghiottitoi naturali detti mortari. Sono dovuti alla composizione della roccia calcarea, che è stata interessata da fenomeni carsici. Si sono create delle gigantesche voragini a calotta rovesciata; alcune di medie dimensioni, mentre il Mortaro Grande ha le ragguardevoli dimensioni di 280 metri di diametro per 60 metri di profondità.
di William Tallevi
Ad appena cinque chilometri circa da Assisi sorge l' Eremo delle Carceri, tra le pieghe rocciose del Subasio e tra un bosco di lecci secolari. Il termine deriva dalla parola latina " carcer " e indica un luogo appartato; fu questa e la presenza di diverse grotte rocciose a spingere S. Francesco ed i suoi seguaci a scegliere questo posto come sede per ritiri eremitici di preghiera. Fu solo all' inizio del 1400, grazie a S. Bernardino da Siena, che furono costruite la piccola chiesa, il coro, il refettorio ed il dormitorio con le celle dei frati. Altri interventi nei secoli successivi trasformarono l' insieme degli edifici nell' armonico complesso religioso attuale.
Il mistico e raccolto Eremo delle Carceri è una visita imperdibile trovandosi ad Assisi o sul Monte Subasio, in quanto tappa fondamentale nella vita religiosa di S. Francesco. Dopo la visita si continua a salire verso sinistra, superando il bivio che, a destra, scende verso l' ex Abbazia di S. Benedetto. La strada diventa una candida carrareccia e ben presto esce dal bosco per arrivare sugli immensi spazi erbosi della gigantesca calotta montuosa del Subasio. Questo è famoso, oltre per l' aspetto storico francescano e per le sue verdi praterie, per la grande visuale panoramica in tutte le direzioni. Nella fotografia, presa dal Colle S. Rufino, si riesce a vedere gran parte della catena montuosa degli Appennini umbro marchigiani.
Sempre sullo stesso colle, ma sul versante opposto, si ha la visuale completa della sottostante Assisi. Questa fu prima un' acropoli umbra e poi municipio romano, con il nome di Asisium. La successiva urbanizzazione medievale si avvalse delle strutture architettoniche precedenti. Furono rafforzate le mura, costruita una robusta Rocca Maggiore e vennero edificate, con il tempo molte importanti chiese. Prime fra tutte S. Rufino, S. Chiara e la mastodontica doppia Basilica di S. Francesco, che celebra le gesta del poverello di Assisi. Qui, nella cripta, è conservato il corpo di S. Francesco, trasferitovi quattro anni dopo la sua morte.
Negli Stazzi, sotto il Colle S. Rufino, si riuniscono molti amanti della natura a prendere il sole in estate e rilassarsi in un tranquillo pic nic tra a amici o parenti. Continuando il percorso, con alcuni tornanti si prende quota, e si sale tra una marea di pascoli a vista d' occhio. Questo impoverimento boschivo della vetta dipende dall' intenso sfruttamento nei secoli per lo sfruttamento della legna. Solo agli inizi del Novecento le cose sonno cambiate con importanti rimboschimenti sui versanti del monte. L' arioso paesaggio delle praterie erbose del Subasio è diventato una caratteristica importante, come i conseguenti mirabili panorami sui monti e sulle valli circostanti.
Dopo i lunghi rettilinei della carrareccia si arriva ad una curva stretta, dove, a destra, c' è il decollo dei deltaplani e a sinistra il cocuzzoletto che rappresenta la vetta del Monte Subasio. Bisogna inoltrarsi sul prato in salita fino ad arrivare al recinto presentato nella fotografia. Un piccolo monumento indica i 1.290 metri della vetta, mentre sui quattro pannelli sono rappresentati i monti visibili nei quattro versanti. Il Monte Subasio è protetto dal Parco Regionale dal 1995; questa montagna è fortemente antropizzata e non ha una natura selvaggia particolarmente sulla vetta. Ma i versanti hanno interessanti caratteristiche naturali, presenza animale e sono ricchi di testimonianze religioso storiche.
Discesi dalla vetta di Monte Subasio ci si trova di fronte un altro piccolo rilievo, con in vetta una folta serie di antenne. Oltre inizia la discesa verso il versante sud occidentale e verso la magnifica cittadina di Spello. Nei pressi di questi impianti e soprattutto dietro il rilievo sottostante, il Monte Civitelle, sono posizionati degli inghiottitoi naturali detti mortari. Sono dovuti alla composizione della roccia calcarea, che è stata interessata da fenomeni carsici. Si sono create delle gigantesche voragini a calotta rovesciata; alcune di medie dimensioni, mentre il Mortaro Grande ha le ragguardevoli dimensioni di 280 metri di diametro per 60 metri di profondità.
di William Tallevi
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