Da Spello ( PG ) alla vetta del Monte Subasio ( 2 di 2 )
Pur essendo appena fuori dell' area protetta del Parco del Monte Subasio, anche Spello, come Assisi sul versante nord occidentale, risulta essere una delle porte per accedere alle sue bellezze naturalistiche, storiche ed alla sua vasta e panoramica vetta. La bella cittadina umbra si eleva sulle ultime propaggini del Subasio, a dominare la vallata del fiume Topino ed a poca distanza da Foligno. Spello vanta antiche origini umbre ed un importante sviluppo in epoca romana. Tanti importanti edifici e reperti testimoniano la lunga vita e l' importanza dell' antica Hispellum; come l' imponente Porta Venere e le Torri di Properzio della fotografia.
Spello è denominata " La rosa dell' Umbria " per via della colorazione della pietra usata per la sua edificazione, che risulta omogenea anche nel corso dei secoli e degli stili, di provenienza dal Subasio. La città ed il suo monte hanno uno stretto legame storico, ambientale e naturale. Oltre alle strade che ne aggirano i versanti, c' è una carrareccia che sale verso la vetta del Subasio e due sono i sentieri del parco che partono alla scoperta delle sue emergenze naturalistiche e storiche. Con il sentiero n° 50, che parte dalla Fonte della Bulgarella di Spello, si tagliano i numerosi tornanti della carrareccia, e si arriva in vetta per ambienti selvaggi e molto panoramici. Volendo si può proseguire poi con la discesa verso Assisi.
Il secondo sentiero è denominato dell' Acquedotto che, partendo nei pressi del cimitero di Spello, segue le tracce del lungo manufatto romano. Questo era stato edificato per portare le acque del Subasio sulla sottostante cittadina. Questo sentiero corre nei pressi della provinciale, sui meravigliosi versanti coltivati ad olivi e sale in direzione dell' antico castello di Collepino. Dalla Fonte Canale, nei pressi del borgo, partiva l' acquedotto lungo cinque chilometri in direzione Spello. Collepino si trova a strapiombo sulla valle del torrente Chiona, affluente del Topino; il complesso fortificato ha origine nell' alto medio evo e si trasforma in seguito in un borgo murato. Merita una visita accurata per il suo bel centro storico e per i panorami che offre.
Appena fuori del borgo inizia la salita verso il Subasio. Pur non essendo stato interessato dai grandi eventi storici e religiosi come ad Assisi, il versante di Spello vanta importanti ed antichi edifici di culto. Dopo pochi tornanti si può accedere all' Abbazia di S. Silvestro; è quanto rimane di un grande complesso monastico del XI secolo. Prendendo quota si entra in una grossa zona boscosa e poi si arriva ad un piccolo altopiano erboso, dove sorge maestoso e solitario l' oratorio della Madonna della Spella. Questo fu edificato nel XI secolo come cappella votiva e divenne in seguito santuario e meta di pellegrinaggi. Dopo un breve falsopiano, alle sue spalle, continua la salita verso la vetta del Subasio.
La Madonna della Spella deve il suo nome al termine " specula " e cioè panorama, grazie alle larghe vedute che vi si hanno. Nella fotografia, dopo essere saliti di quota, si può vedere l' oratorio in lontananza e tutta la innevata catena dei Monti Sibillini. I suoi prati, oltre che dai fedeli, sono frequentati anche da turisti ed amanti dell' aria aperta, per pic nic, relax e varie attività sportive. La meta, oltre che dalla carrareccia, è raggiungibile da diversi sentieri del Parco del Monte Subasio, da entrambi i due versanti. L' oratorio è al limite tra la zona rimboscata e i versanti rocciosi ed a cespugli, che si spingono fin sotto le immense praterie dei pascoli della vetta.
L' impoverimento arboreo del Subasio è dovuto allo sfruttamento esasperato nei secoli e solo in tempi moderni si è cercato di porvi rimedio con rimboschimenti sui vari versanti. Il lato positivo di questo problema, grazie anche alla forma lunga ed arrotondata del monte, è la magnifica varietà dei panorami che il Subasio può offrire in ogni direzione. Nella fotografia è rappresentata la valle dei fiumi Topino e Teverone, con la bella città di Foligno, poco distante. Dopo i diversi tornanti per arrivare alla Madonna della Spella, il percorso continua, con pendenze più attenuate, con lunghi rettilinei tra i pascoli.
La vetta del Subasio è un' ondulato altopiano erboso con diversi piccoli rilievi: la vetta principale alta 1.290 metri e poi il Colle S. Rufino, il Civitelle, la Sermolla e il Pietrolungo. I pascoli sommitali si riempiono di fluttuanti erbe in primavera e colorate colonie di fiori; tra questi vi sono i fiordalisi, le orchidee, i ranuncoli, i crochi ed i narcisi, simbolo del Parco. Essendo una catena montuosa staccata dagli appennini, il Subasio gode di un microclima e condizioni atmosferiche particolari. E' molto coinvolgente camminare sui sentieri o sui pratoni della vetta, in quanto si ha la sensazione di essere quasi a contatto con nuvole e cielo.
Se la vetta è a pascoli, tre quarti del complesso montuoso del Subasio è ricoperto di roverelle, cerri, carpini, faggi con rimboschimenti di pini, abeti e cipressi. L' area naturale più interessante è la vecchia lecceta dell' Eremo delle Carceri. Varia è la fauna presente; daini, cervi, caprioli, volpi, tassi e cinghiali che si aggirano tra pascoli e boschi. Nei cieli sono presenti decine di specie di volatili tra stanziali e di passo; tra i più rappresentativi ci sono lo sparviero, l' astore e la poiana. Tra i tanti sentieri del Parco del Subasio c' è pure un tratto della lunga Via di S. Francesco; il tratto umbro va dalle cittadine di Citerna a Piediluco, passando da Assisi a Spello.
I lunghi rettilinei portano alla vetta del Subasio, dopo essere passati davanti al rilievo con le antenne. Questo monte è costituito prevalentemente da rocce calcaree di origine marina, con interessanti fenomeni carsici di vetta. In questo territorio sono presenti molte cavità sotterranee, avvallamenti e doline. Queste ultime vengono chiamati mortari e ve ne sono di enormi, come il Grande. Sono di forma conica o ad imbuto e si sono formati con un fenomeno di sprofondamento del fondo e con l' azione meteorica delle acque. I mortari rappresentano la caratteristica geologica principale delle vette del complesso montuoso del Subasio.
di William Tallevi
Appena fuori del borgo inizia la salita verso il Subasio. Pur non essendo stato interessato dai grandi eventi storici e religiosi come ad Assisi, il versante di Spello vanta importanti ed antichi edifici di culto. Dopo pochi tornanti si può accedere all' Abbazia di S. Silvestro; è quanto rimane di un grande complesso monastico del XI secolo. Prendendo quota si entra in una grossa zona boscosa e poi si arriva ad un piccolo altopiano erboso, dove sorge maestoso e solitario l' oratorio della Madonna della Spella. Questo fu edificato nel XI secolo come cappella votiva e divenne in seguito santuario e meta di pellegrinaggi. Dopo un breve falsopiano, alle sue spalle, continua la salita verso la vetta del Subasio.
La Madonna della Spella deve il suo nome al termine " specula " e cioè panorama, grazie alle larghe vedute che vi si hanno. Nella fotografia, dopo essere saliti di quota, si può vedere l' oratorio in lontananza e tutta la innevata catena dei Monti Sibillini. I suoi prati, oltre che dai fedeli, sono frequentati anche da turisti ed amanti dell' aria aperta, per pic nic, relax e varie attività sportive. La meta, oltre che dalla carrareccia, è raggiungibile da diversi sentieri del Parco del Monte Subasio, da entrambi i due versanti. L' oratorio è al limite tra la zona rimboscata e i versanti rocciosi ed a cespugli, che si spingono fin sotto le immense praterie dei pascoli della vetta.
L' impoverimento arboreo del Subasio è dovuto allo sfruttamento esasperato nei secoli e solo in tempi moderni si è cercato di porvi rimedio con rimboschimenti sui vari versanti. Il lato positivo di questo problema, grazie anche alla forma lunga ed arrotondata del monte, è la magnifica varietà dei panorami che il Subasio può offrire in ogni direzione. Nella fotografia è rappresentata la valle dei fiumi Topino e Teverone, con la bella città di Foligno, poco distante. Dopo i diversi tornanti per arrivare alla Madonna della Spella, il percorso continua, con pendenze più attenuate, con lunghi rettilinei tra i pascoli.
La vetta del Subasio è un' ondulato altopiano erboso con diversi piccoli rilievi: la vetta principale alta 1.290 metri e poi il Colle S. Rufino, il Civitelle, la Sermolla e il Pietrolungo. I pascoli sommitali si riempiono di fluttuanti erbe in primavera e colorate colonie di fiori; tra questi vi sono i fiordalisi, le orchidee, i ranuncoli, i crochi ed i narcisi, simbolo del Parco. Essendo una catena montuosa staccata dagli appennini, il Subasio gode di un microclima e condizioni atmosferiche particolari. E' molto coinvolgente camminare sui sentieri o sui pratoni della vetta, in quanto si ha la sensazione di essere quasi a contatto con nuvole e cielo.
Se la vetta è a pascoli, tre quarti del complesso montuoso del Subasio è ricoperto di roverelle, cerri, carpini, faggi con rimboschimenti di pini, abeti e cipressi. L' area naturale più interessante è la vecchia lecceta dell' Eremo delle Carceri. Varia è la fauna presente; daini, cervi, caprioli, volpi, tassi e cinghiali che si aggirano tra pascoli e boschi. Nei cieli sono presenti decine di specie di volatili tra stanziali e di passo; tra i più rappresentativi ci sono lo sparviero, l' astore e la poiana. Tra i tanti sentieri del Parco del Subasio c' è pure un tratto della lunga Via di S. Francesco; il tratto umbro va dalle cittadine di Citerna a Piediluco, passando da Assisi a Spello.
I lunghi rettilinei portano alla vetta del Subasio, dopo essere passati davanti al rilievo con le antenne. Questo monte è costituito prevalentemente da rocce calcaree di origine marina, con interessanti fenomeni carsici di vetta. In questo territorio sono presenti molte cavità sotterranee, avvallamenti e doline. Queste ultime vengono chiamati mortari e ve ne sono di enormi, come il Grande. Sono di forma conica o ad imbuto e si sono formati con un fenomeno di sprofondamento del fondo e con l' azione meteorica delle acque. I mortari rappresentano la caratteristica geologica principale delle vette del complesso montuoso del Subasio.
di William Tallevi
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