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A Cupramontana ( AN ), tra chiese, eremi e castelli

Cupra Montana sorge su una panoramica collina di 506 metri di altezza, sul crinale destro del fiume Esino, a metà strada tra l’ Adriatico ed i monti. Deve la sua fama attuale al fatto di essere al centro della zona di produzione del Verdicchio classico dei castelli di Jesi. La sua lunga vocazione enologica ne ha fatto da tempo la capitale del Verdicchio. Ha origini pre – romane, ma è in età romana che acquista il nome di Cupra, dalla divinità della fertilità.





La grande importanza territoriale di Cupra Montana romana si conclude con le devastazioni dei barbari; tanto che il borgo viene spostato più a monte, fortificato ed assume il termine Massaccio. La rinascita del borgo fu importante, tanto da farlo diventare il centro fortificato più importante dopo Jesi. Divenuto libero comune fu coinvolto in guerre ed assedi dalle varie signorie dell’ epoca e solo con lo Stato Pontificio l’ attuale Cupramontana godette di tempi relativamente tranquilli. Ultimo grosso travaglio cittadino fu l’ occupazione francese del 1798 che ridusse il paese vicino alla distruzione totale. Fu sotto il Regno d’ Italia che il paese lasciò la denominazione Massaccio per ritornare all’ antico Cupramontana.








L’ antico castello ovale di Massaccio si è trasformato nell’ attuale borgo odierno, con le mura innalzate da abitazioni private, palazzi ed edifici di culto. Tre sono gli ingressi al centro storico: due pedonali ed uno carrabile. Quest’ ultimo si apre sotto il porticato della torre civica del Palazzo Comunale che, con la sua possente presenza neogotica, è l’ edificio più rappresentativo di Cupramontana. L’ ariosa Piazza IV Novembre attende il visitatore all’ interno del centro storico; qui vengono presentati gli eventi e le varie manifestazioni annuali.










La piazza centrale di Cupramontana in passato aveva dimensioni minori in quanto erano presenti più abitazioni divise da vicoli. Poi, per sopperire al degrado urbano, si decise di eliminarne una parte. Al centro dell’ ovale cittadino sono presenti tre edifici religiosi: la centrale S. Leonardo e le vicine ed appaiate S. Caterina e S. Leonardo. Quest’ ultime sorgono in corrispondenza delle due entrate pedonali. S. Leonardo è la chiesa principale del borgo, risale al 1760, ma fu edificata sui ruderi del primo edificio di culto all’ interno del castello.



Visitando Cupramontana non si può non andare alla scoperta del MIG Musei in Grotta. Nel Monastero di S. Caterina, al piano seminterrato, sono presenti diverse realtà museali che raccontano principalmente la storia e le tradizioni legati al Verdicchio. Nelle varie sale con soffitti a botte o a crociera sono ospitati l’ Ufficio Informativo, il Museo dell’ Etichetta, la Cineteca della Sagra dell’ Uva, l’ Enoteca e la Strada del Gusto. Quest’ ultima ha lo scopo di presentare al meglio la realtà enologica di Cupramontana.





Il piccolo comune di Cupramontana vanta un interessante territorio con diverse realtà storiche ed artistiche che vale la pena scoprire, con un ragionato percorso di visita. Dopo aver visitato il centro storico, antico Castello di Massaccio, si può prendere la SP 11 per Staffolo per andare a visitare l’ Abbazia del Beato Angelo. Un chilometro dopo il Parco Colle Elisa ecco la nostra meta. E’ dedicata al suo monaco più illustre, Angelo da Massaccio, e ne conserva il corpo dopo il martirio. La fondazione dell’ abbazia risale al 1198 con l’ antico nome di S. Maria in Serra; ebbe una rilevante presenza nel territorio con molti possedimenti ed importanti opere di bonifica.








Dopo aver visitato il complesso abbaziale del Beato Angelo dallo stile romanico gotico e dallo straordinario chiostro porticato a due piani, si ritorna verso Cupramontana per scendere a visitare la Chiesa di S. Giacomo della Romita. Questa era anticamente un eremo detto comunemente dei Frati Neri, nato come priorato monastico camaldolese. Vi subentrarono secoli dopo i Francescani che ricostruirono la chiesa; l’ aspetto attuale risale alla fine del Settecento. Al suo interno è conservato il corpo del Beato Giovanni Righi.



Continuando a scendere verso la valle dell’ Esinante s’ incontra una strada bianca che risale verso l’ Eremo di S. Giuseppe delle Grotte, detto dei Frati Bianchi. Il suo nome deriva dalle grotte in arenaria scavate dagli eremiti che vi abitarono fin dall’ anno Mille. Attorno a queste si sviluppò un eremo vero e proprio nel XV secolo, ristrutturato due secoli dopo. Dipende dai Camaldolesi di Monte Corona ed è inserito in una verde area floristica protetta. Attualmente è di proprietà privata e vi si organizzano cerimonie ed eventi vari.




Per concludere il percorso si scende di nuovo e ci si dirige verso la superstrada, per poi salire al bivio a Poggio Cupro. Questa frazione di Cupramontana era un castello autonomo del contado di Jesi ed è stato rimaneggiato ad inizi del Cinquecento. Presenta un integro giro di mura ed un unico ingresso fortificato; l’ interno ha molte viuzze e case serrate tra loro, con la Chiesa di S. Salvatore sul lato ovest. Con un paio di chilometri si ritorna a Cupramontana, concludendo il giro del suo territorio.







                                                                       di William Tallevi



                                                   

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