Il Parco Naturale
Regionale Gola della Rossa e di Frasassi è l’ area naturale protetta più estesa
delle Marche e ne rappresenta il cuore verde. Il nucleo centrale di questo
vario territorio è dato dalle due gole scavate rispettivamente dai fiumi Esino
e Sentino, suo affluente. Questi nel loro corso, in tempi lunghissimi e remoti,
hanno scavato il loro attuale letto pietrificato tra i monti Murano e
Revellone, presenti nella fotografia, e Frasassi e Valmontagnana. Lo
spettacolare risultato è stato un insieme di ambienti dalle spettacolari
caratteristiche geologiche e naturali, con una variegata presenza di
biodiversità animale e floreale ed evidenti tracce della presenza storica dell’
uomo fino dalle ere antiche.
La Gola di Frasassi
presenta il famoso e visitato complesso ipogeo omonimo, la stupefacente salita
al Santuario della Madonna di Frasassi e la visita ai piccoli e deliziosi
borghi del territorio, dal facile accesso turistico. La Gola della Rossa, meno
conosciuta ed accessibile, ha pure lei le sue bellezze ambientali e storiche,
ma bisogna andarle a cercare con spirito escursionistico. A tal proposito è
bene utilizzare depliant e cartine del parco per usufruire della fitta rete dei
sentieri proposti. Uno di questi, molto interessante, porta dalla Gola della
Rossa a fare un percorso ad anello attorno al Monte Revellone, uno dei suoi due
guardiani rocciosi. Anche questo, come per l’ escursione attorno al gemello
Murano, parte dalla vecchia SS 76, poco dopo Ponte Chiaradovo sull’ Esino.
Da un ampio parcheggio sulla destra, poco prima del sentiero
107 A per il Murano e la chiusura della strada, parte il 108 per la vetta del
Monte Revellone, attraversando un’ area di cava di dismessa. Si sale con una
comoda carrareccia di fronte alla lunga cresta rocciosa del sovrastante Monte
Revellone. Si cammina sopra il culmine della cava, tra panorami che si
allargano alla sottostante Gola della Rossa e a quella a non lontana di Frasassi.
Dopo un’ ampia curva si arriva ad un grosso spiazzo, delimitato da una
staccionata, al culmine della vertiginosa parete della cava dismessa. Si
intuiscono grandi ruderi tra i folti cespugli ed una grossa caverna incavata
alle spalle. Si tratta dei resti del primo eremo silvestrino detto Grottafucile
o Monastero di Santa Maria.
Quasi sicuramente si
tratta di un’ antica cava medievale o romana che gli eremiti hanno in seguito
adattato a eremo. Sono stati scavati dei vani nella parete calcarea e l’ ampia
cavità rocciosa è stata protetta con la costruzione di alcuni edifici in
muratura ed una piccola chiesa. Vista l’ assoluta mancanza di una sorgente
nelle vicinanze è stata scavata pure una cisterna per recuperare l’acqua
piovana. Il sito è in completo abbandono, ma permane lo stesso un suggestivo
alone mistico. L’ antico eremo è legato al nome di San Silvestro Abate, un religioso
nativo di Osimo che scelse la vita eremitica. Egli si rifugiò in diverse grotte sui nostri
Appennini, poi riuscì ad ottenere il
permesso di edificare il suo eremo a Grottafucile da Corrado Conte dei
Rovellone. Fu aiutato da una piccola comunità di seguaci che in seguito divenne
l’ ordine dei Silvestrini. Il suo eremo, nel corso dei secoli, fu più volte
abbandonato e ripristinato. In tempi moderni decadde del tutto e fu depredato
dei suoi conci di pietra.
Dopo la visita a
Grottafucile si continua a seguire il sentiero n° 108 del parco che sale fin
oltre il pianoro dell’ eremo, tra pietraie e cespugli. Arrivati in zona i Colli
il terreno diventa pratoso con contorno di ginestre e s’ incontra il sentiero
n° 140 che sale esternamente alla Gola della Rossa. La grande spianata lascia
lo sguardo libero di correre a guardare il cocuzzolo del Revellone, con il
percorso rimanente per salire alla vetta e il dirimpettaio Monte Murano. Quello
che si nota subito è la grande ferita dell’ enorme cava, che si sta mangiando
il monte proprio sotto la sua cima e all’ interno della gola. Quello delle cave
della zona e la convivenza con l’ area protetta del parco è un’ annosa
questione dalla difficile soluzione. Tecnicamente il perimetro del parco s’
insinua nella gola a tagliare fuori la grande cava, ma nella realtà le cose non
cambiano dato che l’ equilibrio naturale della zona è stato alterato per
sempre.
Nella spianata dei Colli s’ incontra una carrareccia che
scende ad incrociare la strada che sale dalla vallata verso Castelletta.
Continuando in salita verso la vetta del Revellone si arriva ad un bivio: il
nostro sentiero aggira la vetta verso ovest, mentre il sentiero n° 108 B devia
un po’ verso sud e conduce a Castelletta. Entrambi i sentieri conducono anche
verso il Revellone, ma la soluzione sul versante della Gola Rossa è più breve. Il
percorso è movimentato tra zone pietrose, alcuni ghiaioni e zone boschive o
cespugliose. Il percorso si ricollega sia con la strada sopra Castelletta che
con la cresta che raggiunge il cocuzzolo di vetta del Revellone. La zona è
bella, verde e panoramica con alcune attrezzate piazzole di sosta per la
fruizione turistica. E’ pure molto frequentata da turisti e amanti dei vari
sport a contatto con la natura.
Poco sotto il valico
di Monte Revellone una piccola strada bianca porta sotto la verticale parete
rocciosa della vetta. Questo accesso è
usato dagli amanti delle arrampicate per arrivare alla loro “ palestra “.
Questo di Monte Revellone è uno spazio raccolto usato per corsi, esercitazioni,
prove dei materiali e manifestazioni. Per arrivare alla vetta in modo più
semplice basta prendere il sentiero 108 A che dal valico segue il crinale
boscoso fino alla vetta del Revellone. Il percorso è breve e facile e solo sul
cocuzzoletto il sentiero sale su roccia ed è un po’ esposto. In vetta ci saluta
una piccola croce ferrea su un basamento in muratura.
Il Monte Revellone è
poco più basso del dirimpettaio, entrambi terminano con un piccolo vertice
roccioso, hanno entrambi una piccola croce ferrea e rappresentano le colonne
montuose dell’ ingresso alla Gola della Rossa. Hanno inoltre ognuno la propria
straordinaria visione panoramica sul territorio circostante. Nella fotografia è
rappresentata Castelletta con dietro il Monte Scoccioni e si intuiscono gli
altri rilievi della catena montuosa che arriva fino al Monte San Vicino ed
oltre. E’ questa un’ area verde con molte emergenze naturali di flora e fauna,
vista la rara presenza umana. Più ad ovest è possibile scorgere la Gola di
Frasassi ed i monti che le fanno da corona, mentre, oltre al Murano ed alla
sottostante Gola della Rossa, lo sguardo corre ad est ed alle colline che
racchiudono la bella vallata dell’ Esino.
Probabilmente sulla vetta del Revellone era posta una munita
rocca da cui i Conti, da cui deriva la denominazione del monte, controllavano i
loro territori. Poco sotto era presente il vero e proprio castello dei
Rovellone, che si trasformò in seguito nell’ attuale borgo di Castelletta. Le
origini di questa fortificazione forse erano romane e, con l’ arrivo delle orde
barbare, servì da rifugio per le popolazioni della vallata. Castelletta ed il
suo territorio fu dominio della famiglia dei Rovellone fino agli inizi del
Trecento poi, viste le numerose guerre fra Jesi e Fabriano, venne assoggettata
a quest’ ultima. Prima di prendere il sentiero n° 108 B per il ritorno verso la
Gola della Rossa è consigliabile una tranquilla visita al bel borgo. Nel centro
del fabrianese è presente una sede del parco e numerosi sono i sentieri che da
qui partono per andare alla scoperta del territorio circostante.
di William Tallevi
Post a Comment