Camminando da Caldarola ( MC ) ai suoi castelli
La storia
medievale di Caldarola vede il territorio comunale coinvolto nella lotta tra
Papato ed Impero e, per assicurarsi la fedeltà di Camerino, i Pontefici lo
concessero ai Da Varano. L’indipendenza comunale fu raggiunta solo agli inizi
del ‘ 400 con una bolla del Papa Eugenio IV. Fu con la nobile famiglia dei
Pallotta che Caldarola, in pieno ‘ 500, riuscì ad avere un’ emancipazione
politica ed una fioritura artistica, tanto da trasformarsi in una cittadina
rinascimentale ideale. Solo la rivoluzione francese e relativo periodo
napoleonico turbarono il lungo dominio della Chiesa, prima dell’ annessione al
Regno d’ Italia. Caldarola deve il suo lineare ed innovativo assetto
urbanistico ed architettonico al Cardinale Evangelista Pallotta. Questi era un
uomo illuminato e con l’ autoritÃ
acquisita a Roma, tornò nel suo borgo natio per rinnovare urbanisticamente il
suo antico assetto medievale.
Le nuove idee urbanistiche
rinascimentali portarono ad avere un
epicentro ideale nell’ attuale Piazza Vittorio Emanuele, dove si affacciano
specularmente i principali edifici pubblici e religiosi. Qui convergono le
rinnovate vie, larghe e rettilinee, che uniscono borgo con il sovrastante
Castello Pallotta. Sul lato orientale della piazza sono presenti la Collegiata
di San Martino, con il campanile che è anche Torre Civica. Al suo fianco è il
cinquecentesco Palazzo del Podestà , con il Museo Civico ordinato nei
sotterranei e la presenza del Teatro Comunale. Di fronte a questi edifici è
posto il Santuario Maria Santissima del Monte ( 1780 ), a fianco del quale ci
sono le vie che convergono sul castello. Sul rilievo cittadino esso domina l’
abitato e lo abbellisce con le sue armoniche forme rinascimentali. In tempi
remoti, prima della ristrutturazione della famiglia Pallotta, era presente il
castrum feudale.
L’ antico castello fu trasformato dal Cardinale Evangelista Pallotta in un’
armonica residenza estiva. Conserva intatte le mura con la tipica merlatura
guelfa, i camminamenti di ronda ed il ponte elevatoio. Sono presenti un bel
parco interno, molte sale completamente ammobiliate, con opere d’ arte e
collezioni varie, una notevole biblioteca, una sala d’ armi e servizi vari. La
ristrutturazione moderna ha trasformato il complesso in una dimora storica
disponibile per eventi, cerimonie di classe. Purtroppo, a causa del recente
evento sismico, il Castello Pallotta ed i principali edifici di Caldarola sono
inagibili. Attorno a Caldarola, alle pendici del M. Fiegni, quattro piccoli
castelli, Vestignano, Croce, Pievefavera e Valcimarra, controllano il
territorio comunale fin dai tempi remoti. Vestignano, nella fotografia, è il
più integro e rappresentativo di questi.
Un
piccolo percorso tra il verde delle colline collega i quattro castelli a
Calderola. Questi, nel corso del tempo sono appartenuti prima all’ Abbazia di
Casauria in Abruzzo, poi ai Da Varano di Camerino ed infine ai Pallotta.
Uscendo da Caldarola in direzione Cessapalombo si prende subito la deviazione a
destra per Vestignano. La strada incomincia a salire ed una deviazione, il
Sentiero De Magistris, aiuta a tagliare i tornanti sovrastanti ed arrivare a
destinazione camminando tra la natura. Il nome del sentiero è dedicato alla
famosa famiglia di pittori, che in epoca rinascimentale lavorò per i Pallotta e
riuscì a creare uno stile manieristico di buon livello. Il sentiero termina di
fianco alla Chiesa di S. Martino, appena sotto al borgo castello di Vestignano,
dove i De Magistris hanno lasciato diverse opere importanti.
Il castello
presenta resti dell’ impianto urbanistico medievale e le strutture difensive di
quel periodo. Molto significativi sono il torrione cilindrico angolare, l’ alta
cinta muraria dove si aprono una serie di finestroni, nel camminamento
corrispondente e la rampa d’ accesso su un torrione squadrato. L’ interno del
castello è un dedalo di vicoletti, scalinate e passaggi a volte tra stretti ed
alti edifici. Il recente sisma ha
lasciato evidenti tracce del suo passaggio. Tornando verso Caldarola e
prendendo il primo bivio sulla sinistra si arriva al Castello di Croce. L’ edificio
militare sorge maestoso sopra il nucleo del borgo, mantenendo intatta la
struttura medievale costruita con grosse pietre squadrate. Il massiccio
torrione è diventato il campanile della chiesa parrocchiale, che presenta
interessanti opere dei De Magistris.
Anche il Castello di Croce e la
Chiesa di S. Antonio Abate al suo interno, sono inagibili a causa dell’ ultimo
terremoto e la visita, per ora, è solo esterna. I prossimi castelli del
percorso, Pievefavera e Valcimarra, sono un po’ più lontani e bisogna scendere
verso le sponde del lago di Caccamo, detto anche di Borgiano. Camminando sulle
ultime pendici boscose del Monte Fiegni e i rilievi coltivati che degradano
verso le sponde del lago il procedere è tranquillo e panoramico. Alla fine
della discesa s’ intravede il borgo castello di Pievefavera, che si erge
solitario su un promontorio a dominare il sottostante bacino artificiale.
L’
abitato di Pievefavera si allunga sul pendio con la parte alta dominata dal
Castello, posseduto dalla famiglia Da Varano di Camerino fin dal XIII secolo.
Vari restauri successivi hanno interessato il complesso e anche qui la chiesa
parrocchiale si è inserita nella struttura militare. Questa ha un bel portale
romanico, l’ interno barocco e conserva al suo interno pregevoli tele del XVI
secolo. La parte alta è collegata a
quella bassa di ripidi vicoli e scalinate e difesa da tre cinte murarie e
quattro torrioni. Pievefavera ha belle ed antiche abitazioni a mattoni a vista,
collegate tra loro in un abbraccio difensivo ed aggirarsi tra queste è come
fare un tuffo nel passato. Molto belli sono anche gli scorci panoramici sulla
valle del Chienti e sul lago di Caccamo. Sulle sue sponde sorge un’ area
archeologica d’ epoca romana con resti
di un’ estesa villa rustica. I diversi reperti del 1 sec. D. C. ritrovati sono
stati collocati presso l’ Antiquarium di Pievefavera e testimoniano l’ antica
presenza romana della zona.
L’ ultimo castello di Caldarola è quello di
Valcimarra, che si raggiunge costeggiando la parte occidentale del lago di
Caccamo. In realtà di militare resta
solo i ruderi di una torre di avvistamento a pianta quadrata. Risale al XIII
secolo ed è situata tra Campolarzo e Pietrafavera. Il borgo ha perso le
caratteristiche del castello ed è diviso in due località : Valcimarra sul
fondovalle e Valle sulle prime colline. Poco lontano, in località Bistocco,
resta i ruderi di un’ altra torre di guardia circolare, facente parte della
catena di fortificazioni del Ducato di Camerino. Poco lontano dalla localitÃ
Valle ci sono i resti del monastero di S. Benedetto e la piccola Chiesa della
Madonna del Sasso, sorta forse sul luogo di ritiro di qualche eremita. Per il
ritorno a Caldarola basta seguire la vecchia SS 77, costeggiando il lago di
Caccamo o avere avuto l’ accortezza di posizionare un mezzo per il ritorno. Un’
interessante occasione per fare questo percorso è durante la manifestazione
estiva della Magnalonga dei 5 Castelli organizzata dalla Pro Loco di Caldarola.
di William Tallevi
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