Da Pian dell' Elmo ( MC ) alla vetta del Monte San Vicino per la direttissima ( 1 di 2 )
Il Monte
San Vicino, pur non altissimo con i suoi 1.479 metri sul livello del mare,
domina solitario però il territorio circostante grazie alla sua massiccia
conformazione piramidale. E’ situato tra le vallate dei fiumi Esino, Musone e
Potenza e fa parte da una lunga catena montuosa che va dai monti della Gola
della Rossa ai monti di Gagliole. La sua caratteristica forma del è visibile
fin da lontano, mentre dalla sua vetta si gode uno spettacolare affaccio
panoramico a 360° su mezza regione.
Diversi
ambienti lo caratterizzano: dagli spigoli rocciosi della vetta, alle faggete ed
ai prati che lo contornano, con diverse grotte e forre. La zona è ricca di
specie floristiche, con esemplari arborei di grande interesse, di fauna
volatile e mammiferi vari. Per proteggere tutto ciò è stata istituita, in tempi
recenti, la Riserva Naturale Regionale del Monte San Vicino e del Monte
Canfaito. Oltre le molte attrattive
ambientali e bionaturali presenti nella riserva, ci sono anche quelle
storiche, come lo stupefacente borgo castello medievale di Elcito, l’ anfratto
roccioso della Grotta di San Francesco sul San Vicino, la splendida conca dell’
Abbazia Val Fucina, l’ Abbazia di Rotis, per non parlare della secolare faggeta
del Canfaito, che in autunno diventa una grande attrattiva per turisti e
fotografi per il suo coloratissimo foliage. Per tutti questi motivi la zona del
San Vicino e Canfaito è da sempre ad alta frequentazione turistica e sportiva.
In tempi moderni, appena fuori del confine della riserva, si è sviluppato l’
insediamento turistico – residenziale di Pian dell’ Elmo sui prati sotto la
grande vetta in direzione orientale. Qui sono presenti grandi spazi verdi e le
strutture di accoglienza turistica, facendo del posto la base ideale per andare
alla ricerca delle bellezze del territorio. Tre sono le vie di accesso a Pian
dell’ Elmo: il più diretto è da Frontale di Apiro, ma ci si arriva anche da
Elcito e da Matelica. Con l’ avvento della riserva sono stati anche sistemati
al meglio i numerosi sentieri presenti in zona.
Tra i numerosi sentieri della riserva
i più interessanti e spettacolari sono sicuramente i due percorsi che conducono
alla vetta. Il primo parte dalla località Pian dell’ Elmo, comporta di
affrontare circa 500 metri di dislivello e presenta delle pendenze abbastanza
impegnative, rivelandosi però avventurosamente divertente. Il secondo è più
turistico ed alla portata di tutti; parte da Prati di San Vicino, sul versante
di Matelica e con un non impegnativo impegno fa superare i circa 250 metri di
dislivello. In entrambi i casi si è ripagati dalle magnifiche visioni
panoramiche del San Vicino.
Il sentiero della direttissima per la
vetta del Monte San Vicino è il n° 173 C della riserva, parte dall’ altopiano
erboso di Pian dell’ Elmo, distaccandosi subito dal 173 principale. Si compie un breve tratto nel
bosco e si arriva ben presto alla strada che sale aggirando la grande mole del
monte. Poco dopo una grande tabella informativa, posta all’ inizio di una
sterrata dal versante opposto della strada, informa delle caratteristiche del
percorso che si addentra nel bosco. Appena superato il cartello s’ incontra un
grosso serbatoio d’ acqua ed inizia subito la salita. Una grossa curva a gomito
indirizza l’ escursionista in un grosso pendio erboso denominato Frascano, poi
si ritorna nel bosco in direzione occidentale.
Procedendo sul ripido percorso si
vedono in lontananza i segnavia sui rocciosi spuntoni rocciosi alla base della
vetta del Monte San Vicino. L’ alta quota raggiunta permette una maggiore
visione panoramica sul territorio circostante. Dietro il triangolo erboso di
Pian dell’ Elmo e la calotta boscosa di Monte Moscosi s’ intravede la lunga
vallata del piano dove sorge l’ antica di San Salvatore a Valdicastro. A farle
da corona ci sono i diversi rilievi montuosi
che si spingono verso Poggio San Romualdo, nella catena montuosa che inizia dal lontano Monte Revellone del Parco
Naturale Regionale Gola della Rossa e di Frasassi.
Costeggiando le diverse roccette, che
spuntano tra i pratoni e gli arbusti, si giunge in vista dell’ alta croce di vetta
che sorge sul Monte San Vicino. In vista di questa si piega decisamente verso
la cima in salita libera. Il procedere è lento e faticoso a causa della grande
pendenza e bisogna prestare attenzione ai punti d’ appoggio per i piedi ed
appiglio per le mani. Con un’ ultimo sforzo, dopo circa due ore di salita, si
arriva sul tormentato piano sommitale, dove troneggiano alcune grandi antenne
radio e la maestosa croce ferrea visibile fin da lontano. Dopo aver ripreso
fiato si è ripagati della lunga e faticosa ascesa dai meravigliosi panorami di
vetta che abbracciano gran parte del territorio regionale.
di William Tallevi
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