La piramidale cima del Monte San
Vicino, pur con la sua relativamente bassa quota di 1479 metri, svetta sulla
propria catena montuosa ed sul territorio circostante. Essendo un monte
isolato, dalla massiccia e caratteristica forma piramidale è riconoscibile fin
da lontano. E’ situato quasi al centro delle Marche, tra Cingoli e Matelica e
tra le vallate dei fiumi Musone ed Esino. Sul tormentato pianoro sommitale si
gode uno straordinario affaccio panoramico su gran parte della nostra regione.
Il San Vicino è inserito in una lunga catena montuosa che va dai monti
della Gola della Rossa, nella valle dell’ Esino, ai rilievi di San Severino
Marche, nella valle del Potenza. Grazie alla numerosa varietà dei suoi
ambienti, alla ricchezza naturalistica di fauna e flora ed alla lunga storia
dei suoi vari siti il suo territorio è diventato, non molti anni fa,
protetto dall’ istituzione di una Riserva Naturale. Un numeroso intreccio di
sentieri porta alle conoscenze delle ricchezze sopra elencate. Due sono i sentieri
per la vetta: quello avventuroso ed impegnativo della direttissima da Pian
Dell’ Elmo per il sentiero n° 173 C e quello relativamente facile da Prati di
San Vicino sul sentiero 112.
Avendo scelto l’ opzione avventurosa
per la salita al Monte San Vicino, il ritorno per la via normale risulterÃ
abbastanza semplice e poco impegnativa. Ma, prima di scendere dalla vetta, è
doveroso aggirarsi sull’ ondulato pianoro della vetta, tra prati, pietraie e
boschetti per godersi i panorami quasi su tutti i punti cardinali. Sul Monte
San Vicino svettano alcuni grossi impianti radio, tributo al moderno bisogno
tecnologico di comunicazioni, che si contrappongono ad una più classica croce
ferrea di vetta, simbolo cristiano che avvicina la terra al cielo.
Dopo la faticosa salita per il sentiero n° 173 C della Riserva Naturale, da
fare in condizioni climatiche positive viste le eccezionali pendenze, è
doveroso un piccolo riposo ed un rilassante momento per godersi lo spettacolo
dei panorami. Se il versante sud è un po’ nascosto dalla presenza di una fitta
boscaglia, gli altri tre sono perfettamente liberi e la vista spazia fino a
lontano. Il versante orientale è occupato dai rilievi di Apiro e Cingoli, con
lo sbarramento artificiale sul fiume Musone, il lago di Castreccioni o Cingoli.
Questo ha la caratteristica di avere tre ramificazioni per via dei corsi d’
acqua che, scendendo dai rilievi del Monte San Vicino, concorrono a formare il
fiume Musone. Il territorio circostante, verde ed attrezzato per l’ accoglienza
turistica, è un classico per gli amanti dello sport, della natura e delle
tranquille uscite famigliari.
Nei giorni di bel tempo ed in assenza di foschia lo sguardo, sul versante
orientale del monte, corre verso il Conero e l’ Adriatico. Dalla vetta del
Monte San Vicino si può scorgere un mare di colline, con gli antichi borghi a
cavalcioni dei crinali. Sul versante nord occidentale c’ è la lunga alternanza
di rilievi e selle che, partendo dalla Gola della Rossa, arriva fino ai monti
di San Severino Marche. Sono presenti diversi piani erbosi come Pian dell’
Elmo, Prati di San Vicino, nella fotografia ai piedi del San Vicino e Val
Fucina, sul versante meridionale.
Sul versante occidentale la lunga
catena montuosa del Monte San Vicino è abbracciata dall’ ampia vallata del
fiume Esino. Questo nasce tra le gole dei monti di Esanatoglia e poi sì allarga
in una vasta pianura dove sorgono le popolose ed industriose città di Matelica
e Cerreto d’ Esi. Dopo il meritato riposo sulla vetta del San Vicino ed il
godimento panoramico, la lunga discesa verso il ritorno passa su un lungo e
sassoso piano inclinato. Poi, arrivato verso il roccioso spigolo nord
occidentale, il sentiero n° 112 della Riserva Naturale scende a tornanti.
Avvicinandosi a Prati di San Vicino la visuale sulla vasta e popolosa valle
dell’ Esino s’ allarga a dismisura.
Il Monte San Vicino presenta una grande varietà di ambienti naturali; si va
dai prati dei vari piani che lo circondano, dai numerosi boschetti e cespugli ai
pratoni con emergenze rocciose sui versanti più ripidi. Non mancano neppure i
versanti con ripide e quasi inaccessibili pareti rocciose, con alcune cavitÃ
come la Grotta di San Francesco. Scendendo verso Prati di San Vicino una
piccola deviazione, segnalata con il sentiero n° 173 B della Riserva Naturale,
risale verso questa doppia cavità .
La Grotta di San Francesco si presenta con la sua curiosa conformazione ad
occhiaie, più che una grotta è una grossa cavità profonda 4 o 5 metri con una
doppia entrata. Dal suo interno s’ inquadrano i rilievi minori attorno al San
Vicino e si respira un’ area mistica in quanto la tradizione la indica come
luogo di eremitaggio di santi uomini e luogo di passaggio di seguaci di San
Francesco, al quale in seguito è stata dedicata. Il poverello di Assisi cita la
grotta del San Vicino in un brano dei suoi Fioretti. Una statuetta della
Madonna, una croce con fiori secchi ed altri simboli devozionali adornano le
pareti rocciose dell’ interno.
Una breve discesa fa uscire dal bosco
e scendere ai Piani di San Vicino, dove s’ incontra la provinciale da Matelica
a Pian Dell’ Elmo. Per il ritorno alla base di partenza si possono scegliere
tra due possibilità , una lunga ed avventurosa e l’ altra più semplice e
diretta. La prima possibilità è fare un percorso antiorario aggirando il monte
con il sentiero n° 209, scendendo per i Trocchi di San Vicino e poi prendendo il sentiero 173. L’ altra
scelta è o seguire la strada che scende verso Pian dell’ Elmo in senso orario o
seguire un percorso più naturalistico scendendo dentro il bosco con i sentieri
112 AG e poi 173 A. In ogni caso si riesce a comprendere ed apprezzare in pieno
i vari ambienti e le ricchezze bionaturali che compongono il ricco scenario del
Monte San Vicino.
di William Tallevi
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