La città fortificata di Gradara, situata tra le Marche e la Romagna,
è l’ omogeneo insieme della sua rocca e del borgo che le è cresciuto attorno.
La sua è una delle strutture urbane d’ epoca medievale meglio conservate d’
Italia. Sorge sul punto più alto di un rilievo a 142 metri d’ altezza dominando
il territorio circostante, non molto lontano dal mare e dal confine regionale.
La rocca , con il suo mastio che si
eleva per 30 metri, protegge il borgo sottostante con due cinte murarie dello
sviluppo di 800 metri, rendendo Gradara una delle città fortezza italiana più
imponenti. La sua fortunata e strategica posizione rende la piccola cittadina
marchigiana, fin dai tempi antichi, un crocevia per genti e commerci. Allo
stesso tempo però, dal Medio Evo in poi, è stata teatro di duri scontri tra lo
Stato della Chiesa e le casate marchigiane e romagnole che si sono succedute al
governo cittadino.
Le bellezze storiche
artistiche, i suoi locali caratteristici, il piacevole territorio collinare e
la vicinanza alla sempre frequentata riviera marchigiana – romagnola rendono
Gradara un’ importante metà turistica italiana, tra i Borghi più belli d’
Italia. Attualmente la cittadina si presenta in un ottimo stato di
conservazione grazie all’ opera dell’ ingegnere Umberto Zanvettori. Egli,
attorno al 1920, compì un completo restauro per riportare mura e fortezza alla
loro bellezza originaria, investendo le proprie risorse. La lunga storia di
Gradara inizia con l’ insediamento romano di Curte Gradariae, ma è solo nel
1032 che c’ è un primo riferimento storico di Gradara. Con il decadimento del
sistema feudale del XI secolo passa
sotto il comune di Pesaro. Nel XII secolo diventano signori di Gradara i De
Griffo che, sul posto di una precedente torre, ne costruiscono una più
massiccia, utilizzando pure materiale di recupero romano.
Dalla seconda torre la famiglia dei Malatesta, succeduti ai De
Griffo nel controllo cittadino, iniziò a costruire la fortezza e le due cinte
di mura tra il XIII ed il XIV secolo, dando a Gradara l’ aspetto attuale. Nel
1463 finì la supremazia malatestiana ad opera di Federico da Montefeltro che
riuscì ad espugnare la rocca al comando dell’ esercito papale. Nei secoli a
seguire furono molte le nobili famiglie del tempo a contendersi Gradara; dagli
Sforza, Borgia, Della Rovere ai Medici. Fu sotto il dominio malatestiano che si
verificò la romantica e drammatica
storia d’ amore tra Paolo e Francesca, che Dante rese immortale con i suoi
straordinari versi della Divina Commedia. Ancora oggi nelle stanze della rocca
e nella memoria collettiva della gente aleggia la sfortunata vicenda dei due
amanti, immortalati nel tempo in molte opere pittoriche da famosi artisti ed
opere teatrali. La loro sfortunata storia s’ è trasformata in mito collegandosi
alla cittadina, che ora viene definita anche “ la città dell’ amore “. Diverse
volte la città fortezza di Gradara fu coinvolta in lunghi assedi, fino alla
fine del XV secolo quando, con l’ avvento della polvere da sparo ed armi più
moderne di combattimento, perdette definitivamente la funzione militare. L’
arcigna fortezza di una volta si trasformò, grazie a rifacimenti ed
abbellimenti architettonici in una funzionale residenza rinascimentale grazie
agli Sforza.
Dalla metà del XVII secolo Gradara ritornò sotto i Legati pontifici,
che presero la residenza nella rocca, ma lasciando in decadenza altri ambienti
e mura. Vari eventi negativi quali incuria, occupazioni devastanti, agenti
atmosferici e terremoti ridussero la vecchia Fortezza di Gradara in pessime
condizioni. Solo con le imponenti opere di restauro del 1922 ad opera dell’
ultimo proprietario, l’ ingegnere Zanvettori, la Rocca di Gradara ritornò
agibile e straordinaria d’ aspetto. L’ impianto urbanistico di Gradara è
semplice in quanto il borgo è piccolo, con un’ asse centrale rappresentato da
Via Umberto I e quattro serie di viuzze a destra e sinistra. L’ ingresso
principale della prima cinta muraria è perpendicolare alla seconda e la prima
cinta muraria si integra con quella della fortezza, sul punto più elevato del
rilievo. Una bella passeggiata esterna permette di fare un piacevole giro per
ammirare l’ imponenza delle mura, dei bastioni della fortezza pesarese.
L’ arrivo a Gradara è su un percorso stradale a
tornanti, ad ognuno dei quali corrisponde un parcheggio, i più ampi sono in
corrispondenza delle mura e sono in grado di soddisfare un gran numero di
autovetture. Si è accolti in città dall’ alta e maestosa Torre dell’ Orologio,
antico ingresso fortificato munito anticamente di un ponte levatoio. Sopra l’
arcata sono presenti quattro stemmi i travertino a ricordo delle famiglie che
si sono succedute al governo cittadino. Oltre al tranquillo e contemplativo
giro esterno delle mura è possibile fare anche
una passeggiata sui camminamenti di ronda. L’ accesso è a fianco dell’
ingresso cittadino, salendo con una ripida scala all’ interno della Torre dell’
Orologio. Il percorso non è lungo e dura sui 10 – 15 minuti, ma permette di
ammirare la struttura interna del borgo, le verdi colline dell’ entroterra
marchigiano ed il litorale adriatico fino a Rimini.
Diversi sono i luoghi interessanti da scoprire all’
interno del piccolo centro di Gradara e sono tutti su Via Umberto I, l’ asse
cittadino che collega borgo e rocca. A fianco dell’ ingresso c’ è pure il punto
informativo, mentre poco oltre si trova il Museo Storico e le Grotte Medievali.
Nel primo sono esposti molti oggetti della vita contadina, riproduzioni di armi
e strumenti di tortura; nelle seconde si entra in suggestivi ambienti scavati
nel tufo in epoca medievale sotto l’ edificio del museo. Di fronte a questo
sorge la Chiesa del S.S. Sacramento, al cui interno sono custodite le spoglie
di San Clemente, martire del II secolo, una bella pala d’ altare di Cimatori ed
un raro organo a mantice. Continuando sul percorso di visita è interessante la
Casa del Mercante, riproduzione di una tipica casa medievale, composta da
cucina, la camera da letto e la bottega tutte corredate da oggetti ed arredi
ricostruiti fedelmente agli originali.
Al suo fianco c’ è Palazzo Rubini Vesin, dimora settecentesca di una
nobile famiglia gradarese, usato attualmente per importanti eventi espositivi. L’
edificio ospita anche il grazioso e minuscolo Teatro Comunale, di soli 70 posti,
realizzato a metà dell’ Ottocento. Ci si
trova quindi di fronte alla porta fortificata della seconda cinta di mura, con
la stranezza che da un lato c’ è una torre merlata mentre dall’ altra la torre
campanaria della Chiesa di San Giovanni Battista. L’ edificio risale al XIII
secolo, fu rimaneggiata dai Malatesta e poi dagli Sforza e deve il suo aspetto
attuale al restauro della fine del XVII secolo. Al suo interno vi è un antico
Cristo ligneo che, osservandolo da diverse angolature, mostra tre diverse espressioni.
Superato l’ ingresso attraverso la seconda cinta di mura ci si trova
di fronte alla meravigliosa Rocca di Gradara, difesa da tre eleganti torrioni
angolari ed un massiccio mastio, antica torre originaria. L’ ingresso è
attraverso il ponte elevatoio abbassato e si accede ad un ampio cortile
porticato. Si nota chiaramente il sovrapporsi degli stili nelle parti architettoniche
della rocca, che è cresciuta nel tempo trasformandosi da fortezza militare a
residenza signorile. Un percorso obbligato di visita permette di visitare sia
il piano terra che il piano nobile. Nel primo di questi, oltre il bookshop ed i
servizi vari, sono presenti il corpo di guardia, la sala delle torture, l’
anticappella e la cappella. Nel secondo gli ambienti nobili si susseguono
girando attorno al cortile, ognuno con una denominazione che lo caratterizza.
Grazie alla sapiente ristrutturazione del secolo scorso la rocca si presenta
come un enorme e prezioso museo.
L’ accesso al piano nobile è dal palazzo accostato al mastio che da
accesso alla sala omonima, qui una botola corrispondeva con la prigione, mentre
da una ripida scala si sale in cima alla torre merlata. La prima sala è la più
grande ed è intitolata a Sigismondo ed
Isotta, padroni di casa, poi vengono le sale della passione, malatestiana, di
Lucrezia Borgia, del Cardinale, dei putti, rossa e del consiglio. Il penultimo
ambiente è la camera di Francesca, dove si vuole sia stata consumata la
tragedia sua e dell’ amante Paolo. L’ ultima sala è quella della giustizia dove
è presente una delle opere più importanti del castello; una pala di Giovanni
Santi, padre di Raffaello, raffigurante la Madonna con Bambino assisi in trono.
Tutte le sale presentano antichi arredi, mobili, stoffe e sono impreziosite da
importanti dipinti. Si esce quindi sul loggiato per ammirare il cortile e
quindi scendere a visitare gli ambienti del piano terra.
Se non lo si è fatto all’
inizio si può concludere la visita a Gradara facendo una bella passeggiata
attorno alle mura. Oltre ad ammirare la lunga infilata di mura e torrioni s’
incontrano la Passeggiata degli innamorati, che aggira la rocca e il Bosco di
Paolo e Francesca, con un percorso tra verde. Tra questi c’ è pure il Centro di
falconeria e Teatro dell’ aria che offre spettacolari voli di rapaci. Quasi
completato il perimetro delle mura si incontra il piccolo anfiteatro dei
Giardino degli ulivi centenari. Diversi sono i punti ristoro sul percorso, come
lo sono quelli caratteristici all’ interno del borgo. Essendo Gradara una meta
turistica famosa e molto frequentata non mancano negozi vari e di souvenir.
Sempre per questo motivo la cittadina pesarese si offre ai visitatori con
manifestazioni, eventi, rievocazioni che coprono tutte le stagioni, molte delle
quali sono legate al periodo medievale, al mito di Paolo e Francesca ed all’
amore in generale.
di William Tallevi
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