Dalla bella Gualdo Tadino ( PG ) allle verdi Val Sorda e Serra Santa
Gualdo Tadino si presenta con una pianta urbana stretta ed
allungata su un rilievo terminale della sovrastante Serra Santa, a controllare
i traffici del fondovalle. E’ attorniata da una robusta cinta di mura, con
diversi bastioni difensivi, il vertice ovest presenta la massiccia Porta di San
Benedetto, fatta costruire dall’ Imperatore Federico II nel 1242. Sul vertice
est, in posizione più elevata e dominante, è posta la Rocca Flea, a chiudere e
difendere il centro storico. L’ asse principale cittadino sale da Porta di San
Benedetto alla Rocca Flea, con le seguenti denominazioni: Corso Piave, Corso
Italia e Viale della Rocca. Su questo percorso cittadino si aprono le quattro
piazze principali: Mazzini, XX Settembre, Martiri della Libertà e Garibaldi, su
cui prospettano i principali monumenti cittadini.
Tre comodi parcheggi in direzione nord: i piazzali Federico
II, Beato Angelo e Don Davide Berrettini e il parcheggio Largo di Porta Romana
in direzione sud, permettono la sosta automobilistica e la successiva
possibilità di salire verso il centro storico. Il centro cittadino di Gualdo
Tadino è la centrale Piazza Martiri della Libertà ; qui sono presenti i maggiori
edifici civili e religiosi e l’ Ufficio Turistico. Qui è bene procurarsi la
pianta della città , con un percorso consigliato di visita e la cartina con il
percorso stradale ed i sentieri segnalati per salire alla verde Val Sorda e al
panoramico Eremo di Serra Santa. Nella fotografia sono presenti la Cattedrale
di San Benedetto con la Torre Civica,
posta sul retro del Palazzo del Podestà .
Il
percorso proposto dalla piantina turistica di Gualdo Tadino tocca le diverse
interessanti chiese del centro storico: S. Francesco ,S. Maria dei
Raccomandati, S. Donato, S. Chiara, S. Margherita. Non mancano gli interessanti
musei: quello Regionale dell’ Emigrazione, della Ceramica e Archeologico degli
Antichi Umbri per finire con l’ Opificio Rubboli. Molto interessante è anche il
passaggio panoramico su Via delle mura, iniziando da Porta S. Benedetto. Quindi
il percorso si avventura tra le caratteristiche viuzze cittadine, per
concludersi nella parte alta della città , dove svetta maestosa la splendida
Rocca Flea. Fu costruita intorno al X secolo e rappresenta la più significativa
architettura militare medievale dell’ Umbria. Al suo interno è ospitato il
Museo Civico con tre interessanti sezioni: archeologica, pinacoteca e ceramiche
artistiche “ a lustro “ tipiche di Gualdo Tadino. La Rocca Flea è il simbolo
cittadino più rappresentativo di Gualdo Tadino, città dal grande passato
storico.
Quattro
sono state le epoche che hanno visto crescere e sviluppare la cittadina umbra: l’
origine umbra, l’ arrivo dei Romani, il dominio dei Longobardi ed il periodo
medievale in genere. Finito il percorso cittadino si può continuare a fare l’
esplorazione del territorio gualdese salendo sui monti che sovrastano l’
abitato. Le possibilità sono due: o con dei sentieri o con la strada. Avendo
tempo e voglia si può scegliere di salire a Serra Santa con degli impegnativi
sentieri e poi scendere in Val Sorda e tornare con la carrozzabile, oppure
usare il mezzo automobilistico fino a Val Sorda e poi continuare a piedi. In
ogni caso si avrà la possibilità di immergersi in tranquilli ambienti naturali,
con diverse possibilità di svago.
Appena
sopra la Rocca Flea partono i sentieri che conducono verso l’ Eremo di Serra
Santa: il n° 241 e poi il 204 dal versante nord ed il 206 e 208 da sud. Tutti e
tre i percorsi si uniscono per salire l’ ultima
ripida cresta rocciosa per la vetta. La fatica della salita e l’ arrivo
allo spiazzo dell’ eremo sono ripagati dagli straordinari panorami sulla
vallata e sulle cime vicine. La strada per la vetta è più lunga, con molti tornanti,
ma è più abbordabile riguardo a pendenze ed in ogni caso alla zona turistica di
Val Sorda ci si può sempre arrivare in automobile. Questa scelta permette la
visione ravvicinata delle belle creste rocciose di Monte Maggio e Le Senale, le
vette che sovrastano la zona turistica della Val Sorda. Nella fotografia,
scattata dalla vetta del Monte Maggio, la si scorge in tutta la sua splendida
bellezza naturale e solitaria, che risale verso l’ Eremo di Serra Santa.
La
zona turistica della Val Sorda è nella sella tra il Monte Maggio e gli ultimi
pendii della Serra Santa. Sono presenti tre rifugi, alcune strutture di
accoglienza turistica, piazzole di sosta
ed un laghetto. Vi passa il Sentiero Italia, più diversi altri percorsi
segnalati, inoltre è poco lontano il confine con regionale con le Marche.
Grazie alle grandi distese erbose, le isole boscose e l’ ambiente naturale in
genere è molto frequentata da turisti e praticanti dei vari sport. Il nome di
Val Sorda deriva dalla assoluta tranquillità che vi si gode, essendo incastrata
tra il colle Corbiello e Serra Santa. Una carrareccia sale all’ Eremo di quest’
ultima aggirando il primo, mentre il Sentiero Italia la percorre per la sua
intera lunghezza. Rari casolari sparsi, le grandi estensioni dei prati ed i
verdi boschi ne fanno un rilassante paradiso naturale. La carrareccia, che è
salita a tornanti, s’ incontra con il Sentiero Italia, che è salito tagliando
la Valsorda, sul lungo crinale dove sorge l’ Eremo di Serrasanta. Questo sorge
in una straordinaria posizione panoramica sull’ abitato di Gualdo Tadino, sulla
valle del Rasina e sui monti circostanti e nello stesso tempo è visibile da
molto lontano.
L’
Eremo è costituito dalla chiesetta della S.S. Trinità , da un refettorio ed un’
antica cisterna. La sua origine viene fatta risalire al XI – XII secolo come
romitorio benedettino e la tradizione ricorda la presenza di diversi importanti
eremiti e santi uomini, come San Francesco e San Romualdo. Viene usato pure
come rifugio ed è molto frequentato da escursionisti, turisti e cittadini di
Gualdo Tadino, che lo apprezzano con venerazione. Il panoramico Eremo di
Serrasanta è la conclusione del nostro percorso, con i ripidi sentieri o con la
comoda automobile, ma può essere pure la base di partenza per un’ interessante
escursione sulle creste appenniniche tra Umbria e Marche.
di William Tallevi
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