Escursione da Arcevia ( AN ) alla vetta di Monte Sant' Angelo
Il
verde e vario territorio comunale di Arcevia offre la possibilità di
frequentazione turistica per relax famigliare, un’ ampia scelta di locali
tipici con varie proposte eno gastronomiche, la possibilità di svolgere varie
attività sportive. I sentieri del Parco della Gola della Rossa si integrano con
quelli comunali, che si diramano nei tre rilievi circostanti. Il comune di
Arcevia ha predisposto infatti una rete di sedici percorsi naturalistici ben
segnalati e presentati in una cartina specifica. Ogni sentiero è identificato
con una chiara denominazione: uno dei più interessanti è il n° 16 detto di San
Michele Arcangelo. Questo parte dal centro storico arceviese, scende nella vallata
del Fosso delle Grazie e risale fino alla cima del Monte Sant’ Angelo, toccando
angoli naturali molto belli, incontrando edifici storici e godendo di preziosi
scorci panoramici. La presente fotografia presenta il Santuario nelle Grazie,
sopra un lago di cava, con dietro il Monte Sant’ Angelo visti dai Giardini
Leopardi di Arcevia.
La
città di Arcevia ha mantenuto nel tempo l’ originale assetto urbano medievale,
con una munita cintura muraria voluta da Francesco Sforza, rafforzata da
torrioni, rivellini, camminamenti e quattro porte fortificate: S. Pietro, del
Sasso, S. Lucia e S. Agostino. L’ antico Cassero arceviese è sul punto più alto
del Monte Cischiano, dove ora sono presenti I Giardini Leopardi. Il percorso
proposto parte dallo Porta fortificata di S. Agostino, che si presenta a forma
di torrione con alle ali un rafforzamento abitativo. Usciti dalla cittadina s’ incontra subito la chiesetta
dedicata al santo, che divide il bivio di partenza dei sentieri 1 e 5. Il primo
è dedicato al sottostante Santuario delle Grazie, mentre il secondo è denominato
Ponte di Goro, da cui poi si risale, prima per la frazione Costa e poi per la
vetta e la Chiesa di S. Michele Arcangelo, secolo IX.
Seppure il Sentiero del Ponte del Goro sia più diretto e
collegato con il 16 di San Michele Arcangelo è preferibile scendere con il n° 1
della Madonna delle Grazie, per visitare anche il Santuario omonimo. In
percorso taglia di traverso il ripido versante boscoso del Monte Cischiano ed
arriva in prossimità di una grossa cava, sul cui lato sinistro s’ inerpica una
strada bianca che porta all’ isolato edificio religioso. Il Santuario della
Madonna delle Grazie si presenta molto rimaneggiato nel tempo e solo la torre
campanaria rimanda alle sue origini quattrocentesche. Sorge sul versante
meridionale del Monte Sant’ Angelo e fu costruito su una vecchia chiesa
preesistente. Al suo interno è collocata una statua della Madonna risalente al
Trecento, a cui gli arceviesi hanno dedicato nei corso dei secoli una sentita
devozione.
La città di Arcevia è stata duramente provata durante le
tristi vicende della Seconda Guerra Mondiale ed ha pagato con un cospicuo
numero di vittime in diverse stragi l’ adesione alla resistenza partigiana. Il
caso più eclatante è riferito proprio all’ eccidio di Monte Sant’ Angelo
avvenuto il 4 maggio 1944. A fianco della strada che sale in vetta sono
presenti i resti della casa colonica della famiglia Mazzarini sterminata,
assieme a diversi partigiani dalle truppe nazi – fasciste. Questa vicenda è
stata ricordata dalla nazione con la Medaglia di Bronzo al Valor Militare. Dai
ruderi della casa, diventata memoria storica di quegli eventi, è possibile
ammirare il profilo urbanistico di Arcevia. Il nostro percorso trekking invece
taglia, alla frazione Costa Alta, sul versante occidentale del monte con un
percorso naturalistico tra pratoni e boscaglia. La via è più diretta, naturale
e la pendenza non è eccessiva, con diversi scorci panoramici sul territorio
circostante.
Usciti dal bosco con il sentiero n° 16 di Arcevia si arriva ad
uno spiazzo erboso con una piazzola di sosta attrezzata, dove termina pure il
percorso stradale. Di fronte a noi la vetta di Monte Sant’ Angelo dove, all’
interno di un recinto in legno, è situata l’ Abbazia benedettina del XI secolo,
dedicata all’ Arcangelo Michele, dalla mistica presenza. Il suo culto parte dai
popoli longobardi e franchi ed arriva fino ai tempi nostri in cui è diventato
protettore della Polizia di Stato. A tal proposito è presente un bel Monumento
ai Caduti ad opera del famoso artista Bruno d’ Arcevia. Dopo le soppressioni
napoleoniche l’ abbazia andò in rovina e venne restaurata nel 1907, con l’
innalzamento di una grossa croce sulla vecchia torre campanaria visibile fin da
lontano. L’ aspetto attuale dell’ edificio è dovuto al rimaneggiamento del
2007.
di William Tallevi
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