Sul crinale sistino tra Grottammare ( AP ) e Montalto delle Marche
Grottammare,
la tappa iniziale del nostro percorso sistino, è stata abitata dai Piceni come
dimostra il ritrovamento di una vasta necropoli dei secoli IX – IV a. C. Sul punto più alto del rilievo cittadino, a
170 metri d’ altezza, si è poi sviluppato un nucleo fortificato, sotto al quale
è cresciuto poi l’ incantevole borgo tardo medievale. L’ attuale vecchio
incasato di Grottammare ne conserva l’ impianto urbanistico, la cinta muraria
ed alcuni torrioni. La favorevole posizione, riparata dal promontorio naturale,
ha favorito le attività marinare e di commercio dall’ inizio del XIII secolo,
fino alla sua scomparsa in epoca moderna. Ulteriore sviluppo urbano si è avuto
sulla fascia costiera alla fine del XVIII secolo, con una schiera di villini
liberty e lunghi ed eleganti palmeti. Grazie alla bellezza dell’ insieme tra
antico borgo, macchia mediterranea,
lungomare elegante e funzionale, Grottammare è diventato un centro
turistico costiero molto rinomato e frequentato.
Molti sono i titoli che la cittadina si è
meritata in questi anni: Bandiera Blu, Tre Vele e uno dei Borghi più belli d’
Italia. Immancabile una visita al panoramico e fascinoso vecchio incasato, cui
si può accedere anche a piedi dalla zona costiera. Dalla Chiesa di S. Agostino
si può godere della bella visuale delle mura, fortificazioni ed edifici vari
legati in un abbraccio difensivo. Il nucleo centrale è Piazza Felice Peretti,
il futuro Papa Sisto V, dove sono presenti la Chiesa di S. Giovanni Battista,
con il Museo Sistino e le famose logge con vista panoramica. Poco sotto a
queste c’ è il Torrione della Battaglia, dove è allestito il museo omonimo
dedicato al famoso artista locale Pericle Fazzini. Sul lato nord del borgo si
eleva la stupenda Chiesa di S. Lucia, edificata sul luogo della casa natale di
Sisto V. Si conclude la visita con la visita ai ruderi del castello
sovrastante.
L’
attuale nome di Ripatransone deriva dall’ unione dei termini ripa, rupe o
altura e Transone, il nome del primo feudatario vissuto nel IX secolo. Ma la
storia cittadina passa dai primitivi insediamenti piceni, all’ epoca romana,
per divenire poi libero comune già nel 1205. Fu al centro di aspre lotte con le
vicine e potenti Offida e Fermo e ritrovò un periodo di tranquillità quando
entrò a far parte dello Stato della Chiesa. Il centro storico cittadino è
stretto e lungo e segue l’ andamento del crinale; diverse sono le importanti
piazze dove sorgono i più importanti edifici religiosi e civili. Nella
fotografia è rappresentata la centrale XX Settembre, con il Palazzo del Comune
e quello del Podestà . Verso est c’ è il Monumento ai Caduti e si può scendere a
visitare il vicolo più stretto d’ Italia, con i suoi soli 43 centimetri. In
direzione ovest si scende a Piazza Condivi dove prospettano il Duomo di S.
Gregorio Magno ed il Palazzo Vescovile, con il Museo Sistino d’ Arte Sacra.
Agli estremi del tessuto urbano i colli
di S. Niccolò e Monterone offrono antichi spazi verdi e panoramici assolutamente
da visitare, magari dopo aver fatto il periplo delle mura.
Continuando
il nostro percorso sistino sulle colline del Tesino, si scendono alcuni
arrotondati tornanti dalla bella Ripatransone verso Cossignano, la nostra
prossima tappa, non senza ammirare il lunare paesaggio dei calanchi alla base
della cittadina. Una decina di chilometri ci separano dalla nostra sorprendente
meta. La piccola Cossignano si presenta arroccata su un colle a, 400 metri d’
altezza, attorniata dalla sua integra e splendida cinta muraria. Questo borgo
castello è conosciuto come Ombelico del Piceno, essendo equidistante da tutti i
punti del territorio abitati dagli antichi Piceni. Il centro piceno riuscì a
mantenere la sua autonomia fino ad essere inglobato nel nuovo stato romano, nel
268 a. C. Una delle ipotesi della denominazione di Cossignano è data dalla
presenza della famiglia gentilizia dei Cossinii, in una grossa proprietÃ
agricola del posto.
Dopo
la caduta dell’ impero romano e del successivo incastellamento, Cossignano fu
sotto il Ducato di Spoleto, nel 1039. In seguito divenne dominio degli abati
farfensi e fu a lungo contesa da Fermo ed Ascoli. Il nucleo del borgo è
attorniato da giardini ben strutturati ed artisticamente arredati; la salita di
Via Passali porta in breve alle tre piazze attigue del centro storico:
Garibaldi, Umberto I e Santucci. La seconda di queste è il cuore cittadino dove
prospettano la bella Chiesa dell’ Assunta, che conserva un dipinto di scuola
marattiana e la Residenza Comunale con l’ alta torre campanaria, con una
campana tubolare. Molto bello è l’ affaccio dal belvedere panoramico sopra l’
antico cassero; altro edificio di culto è la piccola Chiesa dell’ Annunziata,
che conserva un interessante ciclo di affreschi del XV secolo. Un piccolo
vicolo scende alla Porta di Levante, ben restaurata, superata la quale è
possibile ritornare alla rampa d’ accesso al borgo, ammirando le possenti mura
difensive ed i moderni giardini circostanti.
Ripresa
la Provinciale Cuprense ci si dirige verso Montalto delle Marche, l’ ultima
tappa del nostro percorso sistino, accompagnati dai paesaggi collinari
calanchivi. Infine si sale ai 512 metri d’ altezza del colle di Montalto delle
Marche, che chiude la valle del Tesino e domina la valle dell’ Aso. La
cittadina ha una storia antichissima e si presenta con l’ aspetto medievale,
grazie agli ampi tratti di mura risalenti
ai secoli XIV e XV. L’ origine del primo nucleo abitativo risale al VI
secolo, ma è solo dal X secolo che questo si trasforma in borgo fortificato con
mura, porte e bastioni. La centralitÃ
del territorio viene valorizzata dalle opere e dalla filosofia farfense.
Ma il
periodo di massimo splendore cittadino Montalto delle Marche lo ottenne grazie
al suo figlio più illustre, Felice Peretti, che coronò la sua vita religiosa
con l’ elezione papale del 1585, con il nome di Sisto V. Egli nacque a
Grottammare, ma fu sempre legato alla cittadina originaria della sua famiglia,
tanto che creò un Presidiato autonomo della Marca provinciale, nel 1586,
dipendente solo dallo Stato della Chiesa. Si adoperò per la crescita sociale e
culturale della sua Montalto con molti progetti ed opere, tanto da farla
diventare la Città di Sisto V. Anche dopo la sua morte la cittadina continuò a
godere di alcuni privilegi fino all’ unità d’ Italia. Arrivati in città si è
accolti dalla bella Piazza Sisto V, che presenta la Casa del Clero con il suo
Museo Sistino Vescovile e di fronte la maestosa Concattedrale Basilica Santa
Maria Assunta, con un importante ciclo di affreschi di Luigi Fontana, nella
fotografia ed una cripta di epoca sistina. Il centro murato è accessibile da
tre porte: Marina, dei Leoni e Patrizia. Passando davanti al scenografico
Palazzo Massinari, antica residenza dei Peretti, famiglia di Sisto V, si sale
alla parte alta del borgo e si entra nel centro storico montaltese. Di fianco
al Palazzo Episcopale c’ è un panoramico belvedere, mentre poco oltre Piazza
Umberto I presenta gli edifici più importanti: Palazzo del Govenatore, con i
suoi musei, Palazzo della Torre Civica e la Chiesa di S. Nicolo’. Scendendo
verso Porta Marina s’ incontrano la Chiesa di S. Pietro, Palazzo Palmaroli –
Paradisi, con i giardini panoramici su Piazza Sisto V, a cui si accede anche da
una bella scalinata.
di William Tallevi
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